E ora sono tre i fascicoli pendenti dinanzi alla procura della Corte dei Conti del Veneto. Che vuole fare luce sulla Palude veneziana, accendendo i fari sul versante dell’ipotetico danno erariale della vicenda. Ovvero la vendita, con procedura pilotata e a prezzo ribassato e di favore, del palazzo comunale Poerio Papadopoli al magnate di Singapore Ching Chiat Kwong, in cambio della riqualificazione dell’area dei Pili a Marghera.
16 tra funzionari, dirigenti del Comune di Venezia e assessori della giunta del 2017 hanno ricevuto il provvedimento che mette in mora i presunti responsabili. Fra questi, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, i suoi più stretti collaboratori, Morris Ceron e Derek Donadini, capo e vice capo di gabinetto, l’ex assessore Renato Boraso, in carcere da tre mesi, tutti accusati di concorso in corruzione.
Il danno patrimoniale per le casse di Ca’ Farsetti, con la vendita di palazzo papadopoli, calcola l’inquirente contabile, è pari quanto meno alla differenza di prezzo tra la iniziale stima e il prezzo pagato dal magnate Kwong. A conti fatti: 3milioni e 200 mila euro. Cui si aggiunge la tangente incassata da Boraso e il danno non ancora quantificato all’immagine, subito dal comune di Venezia.
Nelle 5 pagine la PM contabile ricostruisce tutte le tappe, dalla diffida, presentata nel 2017 dall’Associazione Gruppo 25 aprile, al servizio dei giornalisti Rai di Report, agli accertamenti della Finanza e della magistratura penale, e esprime giudizi pesanti sull’operato della giunta Brugnaro. Inchiesta aperta e accuse da verificare.Â
La nota del Comune di Venezia
Su questa vicenda il Comune di Venezia ha inoltrato una nota nel tardo pomeriggio: “Con riferimento all’atto di costituzione in mora della Procura Regionale della Corte dei Conti del 10/10/2024, finalizzato al risarcimento dell’eventuale danno erariale connesso all’operazione di vendita di palazzo Papadopoli, perfezionatasi in data 24/07/2019, l’amministrazione comunale di Venezia doverosamente precisa che lo stesso, come emerge dal suo tenore letterale, si pone sostanzialmente quale atto dovuto conseguente all’indagine penale in corso ai fini interruttivi della prescrizione dell’azione di responsabilità erariale, la quale sarà comunque ragionevolmente condizionata dagli esiti definitivi dell’eventuale giudizio penale ancorato al medesimo fatto“.
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