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Come cambiano le detrazioni fiscali Irpef con la Manovra 2025 e chi ci perde #finsubito prestito immediato


La legge di bilancio per il 2025 introduce un nuovo meccanismo per il calcolo delle detrazioni fiscali, che penalizzerà soprattutto chi ha redditi sopra i 75mila euro e non ha figli a carico. Infatti, ci sarà una somma massima che si può detrarre: dipenderà sia dal reddito che dal numero di figli. Escluse comunque dal conto le spese sanitarie e quelli per i mutui già attivi.

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Una delle novità della manovra per il 2025 riguarda le detrazioni fiscali. Dall’anno prossimo scatta un tetto massimo di detrazioni, che si applica a chi guadagna più di 75mila euro all’anno e diminuisce sopra i 100mila euro. Ora che la legge di bilancio è arrivata in Parlamento, i deputati potranno lavorare su eventuali modifiche del testo: le audizioni in commissione Bilancio alla Camera partiranno il 28 ottobre, si potranno depositare emendamenti fino all’8-10 novembre. La scadenza per l’approvazione finale è il 31 dicembre. L’intervento sulle detrazioni è tra i più discussi, insieme a aumenti su tasse e pensioni e le nuove norme sul taglio del cuneo fiscale. Le norme partiranno dal prossimo anno, e quindi si applicheranno concretamente nella dichiarazione dei redditi da consegnare nel 2026. Vediamo cosa cambierà concretamente.

Nuove soglie per le detrazioni Irpef 2025, la tabella delle simulazioni fascia per fascia

Il nuovo meccanismo prevede che i contribuenti con redditi al di sopra dei 75mila euro potranno detrarre ogni anno solo una certa quantità di soldi dalla propria dichiarazione dei redditi. Il tetto sarà fissato a 14mila euro per chi guadagna tra 75mila e 100mila euro, e a 8mila euro per chi supera i 100mila euro. Il reddito del contribuente, per queste soglie, sarà calcolato al netto del reddito della prima casa.

Questi sono però i livelli massimi. Come detto, l’importo che si può effettivamente ammettere a detrazioni dipenderà anche dal numero di figli a carico. Numeri alla mano, la legge di bilancio indica che i coefficienti saranno questi:

  • 0,5 se non ci sono figli a carico; quindi la prima fascia di reddito, quella più bassa potrà avere spese detraibili fino a 7mila euro, e la seconda fascia fino a 4mila euro.
  • 0,70 se c’è un figlio a carico; quindi fino a 9.800 euro per la prima fascia e fino a 5.600 euro per la seconda fascia.
  • 0,85 se ci sono due figli a carico; quindi fino a 11.900 euro per la prima fascia e fino a 6.800 euro per la seconda fascia
  • 1 se ci sono più di due figli a carico, o almeno un figlio a carico con disabilità; quindi fino a 14mila euro per la prima fascia e fino a 8mila euro per la seconda fascia

Questo meccanismo legherà quindi la quantità di detrazioni che si possono ottenere al numero di figli a carico, ma solamente per chi ha un reddito superiore ai 75mila euro. La riduzione dovrebbe portare a un risparmio da quasi un miliardo di euro per lo Stato.

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Spese sanitarie e mutui, quali sono le eccezioni

Per quanto riguarda queste soglie massime di spese detraibili, ci sono comunque delle eccezioni previste. Ad esempio, le spese sanitarie non saranno mai considerate nel calcolo per arrivare al tetto di 14mila euro (o qualunque sia la propria soglia di riferimento).

Lo stesso vale per le detrazioni che spettano per le rate dei mutui o dei prestiti: se il mutuo è stato contratto nel 2024 o negli anni precedenti, le detrazioni spetteranno ancora per intero a prescindere dalla nuova soglia. Il medesimo ragionamento si applica alle spese per “interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici”, e in generale alle altre detrazioni, sempre a patto che le spese siano sostenute “fino al 31 dicembre  2024“.

Infine, la relazione illustrativa della manovra spiega che “le spese in cui la detrazione è ripartita in più annualità” nei prossimi anni saranno conteggiate, nel totale, ma solamente “considerando le rate di spesa riferite a ciascun anno”. Un altro meccanismo che dovrebbe agevolare chi ha delle somme importanti da detrarre su più anni, come ad esempio quelle per i bonus edilizi.

Gli altri interventi sulle detrazioni per figli a carico

Con un altro comma della manovra saranno tagliate alcune specifiche detrazioni: quelle per i figli a carico al di sopra dei 30 anni. Finora, infatti, chi ha un figlio a carico fino a 21 anni può richiedere l’Assegno unico e universale, mentre superati i 21 anni (sempre se il figlio è fiscalmente a carico) si ha accesso a una detrazione. Dal 2025, questa detrazione si fermerà dopo i 30 anni, a meno che il figlio in questione non abbia una disabilità.

Un altro passaggio stabilisce poi che le detrazioni per i familiari a carico che sono residenti all’estero non saranno più valide per tutti gli stranieri. Saranno rivolte solamente ai cittadini italiani, oppure ai cittadini dell’Unione europea o dei Paesi che aderiscono allo Spazio economico europeo. Per tutti gli altri, se i familiari a carico hanno la residenza all’estero, non ci saranno più detrazioni e le tasse aumenteranno.





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