Da oltre un mese l’area è completamente libera. Non ci sono ruspe, non ci sono gru, non ci sono altri mezzi di cantiere. L’immenso spazio dove sorgerà l’Esselunga di Sestri Ponente, tra via Hermada e via Albareto (terzo punto in città dopo quelli di via Piave ad Albaro e di San Benigno), è vuoto e nessuno ci lavora. Il cantiere è andato avanti con grande speditezza al momento della demolizione del capannone ex Cognetex, poi i detriti sono stati portati via, ma mentre l’attività procedeva con buon ritmo sono arrivate l’inchiesta sulle presunte tangenti in Regione Liguria (c’è anche un filone d’indagine che riguarda proprio il colosso milanese della grande distribuzione e, in particolare, il suo ex manager Francesco Moncada) e, a seguire, le elezioni regionali. Ma che c’entra il voto di domenica e lunedì prossimi con l’iter legato all’ipermercato Esselunga? C’entra perché la pratica amministrativa si è “arenata” proprio in queste settimane per evitare che il via libera venga dato troppo a ridosso delle urne. Nessuno lo dice in via ufficiale, tutti lo dicono a denti stretti: dall’azienda della grande distribuzione agli uffici di Comune di Genova e di Regione Liguria. L’indicazione “dall’alto”, ovvero dalla parte politica, è quella di aspettare, perché se ne parli il meno possibile. Del resto, che l’apertura di Esselunga a Sestri Ponente sia un argomento spinosissimo non è un mistero: da tempo i commercianti della delegazione si battono contro questo insediamento, da tempo il tema alimenta lo scontro tra maggioranza e opposizione sia in Consiglio Comunale che in Consiglio Regionale.
Ma a che punto è la pratica? Le questioni sono due. In Regione Liguria lo scorso giugno è stato dato il via libera, dopo un ritardo di una decina di giorni legato anche all’inchiesta giudiziaria e ai presunti favori resi dall’ex governatore Toti a Esselunga a fronte del pagamento di spot elettorali (vicenda sotto la lente dei magistrati), mentre il Comune di Genova deve compiere ancora alcuni passaggi. C’è l’ok da parte della Conferenza dei servizi, ma mancano sia il permesso a costruire che la licenza commerciale. Entrambi questi documenti arriveranno prossimamente, non certo in questa settimana.
La Regione ha dato il suo nulla osta al cantiere, mentre non c’è il nulla osta all’insediamento sino a che non saranno completate le opere di messa in sicurezza del torrente Chiaravagna. Ecco perché, al momento, non c’è più stata nessuna attività di cantiere e, quindi, per la nuova Esselunga a Sestri Ponente ci saranno inevitabilmente dei ritardi. Mentre la questione burocratica è momentaneamente sospesa, restano tutti da chiarire i rapporti tra l’ex dirigente Francesco Moncada, il governatore Giovanni Toti e l’emittente televisiva genovese Primocanale. Nei mesi scorsi a parlare di queste riunioni (registrate poi dalla Guardia di Finanza attraverso un sistema di intercettazioni ambientali) sono stati anche i tecnici di Regione Liguria, interrogati in tribunale.
In particolare, il dirigente Roberto Boni ha spiegato, come emerge dai verbali, che «incontri del genere avevano lo scopo di sottolineare l’interesse da parte della presidenza per Esselunga. Il fatto che Cozzani li convocasse e vi partecipasse pur non avendo nessuna competenza tecnica, ma come politico, ci faceva percepire ancora di più l’interesse su questa pratica da parte del presidente».
Anche Ascom Genova, contattata da Repubblica sui cantieri fermi, commenta: «Abbiamo notato la situazione, ma non ne abbiamo capito le reali motivazioni».
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