Il personale dell’Unrwa «non riesce a trovare cibo, acqua o assistenza medica». È l’Sos lanciato dal capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Philippe Lazzarini. «L’odore della morte è ovunque, mentre i corpi vengono abbandonati sulle strade o sotto le macerie. Le missioni per rimuovere i corpi o fornire assistenza umanitaria vengono negate», spiega descrivendo la situazione nel nord della Striscia.
«Le persone qui aspettano solo di morire», ribadisce. Intanto, il bilancio dei feriti nella guerra in corso a Gaza ha ufficialmente superato la soglia dei 100mila (100.282) e quello delle vittime ha raggiunto quota 42.718. Sono i dati riferiti dal ministero della Sanità dell’organizzazione. «115 persone sono state uccise solo nelle ultime 48 ore. Molte vittime sono ancora sotto le macerie e nelle strade, e gli equipaggi delle ambulanze e della protezione civile non possono raggiungerle», riporta il ministero.
Anche per questo i Paesi occidentali ora pensano a una conferenza per la ricostruzione di Gaza. Lo ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani dal vertice G7 Sviluppo in corso a Pescara. «Tutte le popolazioni civili, indipendentemente dalla nazionalità, devono essere aiutate e credo si possa inviare un segnale chiaro, perché con la presenza dei tre principali interlocutori rappresentanti di Israele, Libano e Palestina, che si confronteranno con i Paesi del G7 si potrà compiere un passo in avanti», ha detto il vicepremier. Nel frattempo, il segretario di Stato americano Antony Blinken è arrivato a Tel Aviv, nella sua 11esima visita in Israele dal 7 ottobre 2023, nel tentativo di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora in mano a Hamas.
Oggi sono stati arrestati sette residenti di Gerusalemme Est con l’accusa di aver pianificato attacchi in Israele. Tra questi, sarebbero compresi anche gli omicidi di uno scienziato nucleare israeliano e di un sindaco nel centro di Israele. Lo riferiscono lo Shin Bet (sicurezza interna) e la polizia.
Solo ieri erano state arrestate altre sette persone – tutte giovani tra i 19 e i 23 anni senza precedenti penali – con l’accusa di aver fotografato e raccolto informazioni su siti militari sensibili. Il capo del gruppo, 23enne, si chiama Rami Alian e sarebbe stato reclutato da un agente iraniano. La cellula, che era attiva da circa due anni, aveva diverse missioni per le quali veniva pagata con migliaia di shekel. Stando a quanto riferisce Channel 12, come riporta Ansa, il 23enne Alian avrebbe confermato agli inquirenti di essere consapevole di lavorare per gli iraniani per mettere a repentaglio la sicurezza nazionale.
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