Urbanistica, Carlos Moreno: «Napoli può diventare la città dei 15 minuti, proprio come Parigi» #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –

Napoli può diventare una città sostenibile. Parola di Carlos Moreno, docente alla Sorbona di Parigi, uno dei più noti esperti internazionali di economia urbanistica, autore della teoria della città dei 15 minuti dove tutto è a portata di mano. Il professore è intervenuto a Napoli ieri mattina alla tavola rotonda «The close city», organizzata presso il Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II, con il presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli, Lorenzo Capobianco.
Professor Moreno, Napoli come Parigi o Barcellona. La città dei 15 minuti secondo lei è un modello proponibile o quanto meno auspicabile nel breve termine?
«La città dei 15 minuti non è un’utopia, è un fatto. Questo modello è già stato adottato a Parigi e in altre città del mondo. In realtà, è molto semplice, si tratta di avere i servizi a portata di mano. Tutto si basa sul concetto di prossimità policentrica, felice, che funzioni bene. L’importante non sono i minuti, possono essere 15, 20, 30. Non è questo il punto. Si tratta di creare servizi e attività economiche che siano a portata di mano del cittadino, questo favorisce anche un alto livello di socialità tra le persone. Napoli è una città che permette di sviluppare il modello dei 15 minuti a patto di offrire più servizi in prossimità, quartiere per quartiere: comunità, lavoro locale, spazio pubblico, servizi medici, educazione, scuole, università, cultura, cinema, teatro».
Insomma non bisogna spostarsi per trovare ciò che ci serve.
«È un modello semplice, dobbiamo però ridurre l’uso di spazio pubblico per le auto, incrementando il benessere delle persone e usare i mezzi pubblici. Il numero dei minuti non è importante, ciò che conta è cambiare il nostro pensiero. Per sviluppare questa felice prossimità ovviamente non bastano poche settimane, né un tocco di bacchetta magica, dobbiamo avere un governo locale convinto che bisogna sviluppare questo nuovo modello per i prossimi anni. In questo modo, le città avranno un grande successo, perché avranno definito un nuovo piano urbano locale. Questo è un esempio per Napoli: votare un nuovo piano urbano locale per organizzare questa strategia a livello medio e a lungo termine».
Crede sia praticabile con questa amministrazione?
«Ho incontrato a Roma recentemente, la vicesindaca Laura Lieto. Mi diceva di alcune trasformazioni già in atto. Dobbiamo avere amministratori che si confrontino con i pr oblemi dell’economia, l’ecologia e il sociale. Non bisogna solo organizzare un piano concreto per trasformare la mobilità, ma includere più questioni: le attività economiche, in particolare i commercianti locali, i negozi, i cambiamenti nelle attività pubbliche, prevedere di aprire le scuole durante il weekend, offrire più servizi medici di prossimità. Abbiamo l’esempio di Fred Kent (fondatore dell’organizzazione no-profit Project for Public Spaces). Kent sostiene che se continuiamo a creare strade per le auto, sempre ci saranno auto, se cominciamo a decidere di creare posti per le persone, avremo persone. Penso sia urgente creare più posti per le persone, per le interazioni sociali, le attività culturali».
A Napoli però abbiamo difficoltà con le periferie abbastanza lontane dal centro e non ben collegate. «Questa è una realtà non solo di Napoli ma di tutte le grandi città. Per un tempo, la crescita era basata sulle stesse scelte geometriche spaziali e temporali. Molti servizi e molte abitazioni al centro, mentre abbiamo costruito, per esempio, la cascina sociale, ma non nel centro storico. Ci sono molte cose che non si sono potute fare al centro. Dobbiamo investire in questo e applicare più accessi strategici per le città».
Napoli è una città morfologicamente in salita e discesa. Un problema per la mobilità sostenibile?
«No, questo non è un problema, è un’opportunità, perché è il caso di molte città in tutto il mondo. Abbiamo bisogno di questa diversità e oggi ci sono le soluzioni tecniche per promuovere diversi tipi di mobilità nelle diverse morfologie, tra cui le bici elettriche».