«Fino a poco tempo fa Venezia era considerata un problema dalla comunità internazionale, perché esempio di una situazione non sostenibile dal punto di vista ambientale. Eppure, quattro anni fa il MOSE, la più grande opera di ingegneria idraulica del mondo, ha iniziato ad operare mettendo la città in sicurezza e garantendole un futuro certo. Una scommessa tecnologica che oggi ci permette di ragionare di sviluppo e di crescita». È l’intervento del Presidente VSF Renato Brunetta per aprire i lavori del Venice Hydrogen Forum, evento che, tra oggi e domani, coinvolgerà al Molino Stucky Hilton a Venezia alcuni tra i massimi esperti internazionali in tema di idrogeno decarbonizzato, grazie all’organizzazione di Green Hydrogen Organization (GH2) e Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilita / Venice Sustainability Foundation (VSF) e con il supporto, tra gli altri, di Snam, Eni ed Edison (soci della Fondazione).
«Questo – ha aggiunto il Presidente Brunetta – mi ricorda un’altra situazione che ha segnato la storia del nostro territorio e del mondo: a inizio del secolo scorso in Veneto si produceva energia idroelettrica in quantità eccedente rispetto al fabbisogno del tessuto produttivo, solo il porto di Venezia poteva assorbirla e in questo luogo, punto di arrivo di minerali non ferrosi ed energia, inizia il processo di industrializzazione di Porto Marghera, il più grande polo industriale europeo che segna la storia industriale e tecnologica del nostro Paese. Ancora una volta una scommessa tecnologica che ha fatto la storia». «Oggi – ha concluso il Presidente Brunetta – ci troviamo a Venezia a parlare di idrogeno decarbonizzato e di tecnologie innovative, perché la nostra città e il suo territorio intendono tornare ad essere un modello di sviluppo per il mondo non solo sul fronte dell’industria e dell’energia ma anche rispetto alle soluzioni innovative in campo di sostenibilità ambientale, fornendo, anche grazie alle attività della Fondazione che presiedo, una guida e un esempio a tutte le città costiere del mondo minacciate dall’innalzamento del medio mare».
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