Rischia la poltrona di capogruppo di FdI, il consigliere regionale viterbese Daniele Sabatini, finito nell’occhio del ciclone in quanto principale sponsor della nascita del sistema di gestione Alta Tuscia Natura, l’ente che dovrebbe aggregare la Riserva naturale Selva del Lamone e quella di Monte Rufeno.
FdI “processa” Sabatini
Sabatini è stato messo sotto accusa giovedì pomeriggio durante una riunione fiume del gruppo di Fratelli d’Italia, composto da 22 consiglieri. Riunione che si è svolta subito dopo un nuovo consiglio regionale al rallentatore che ha visto, dopo la fumata nera di mercoledì, ancora una volta non approvato il Def, il documento di economia e finanza regionale, propedeutico all’approvazione del bilancio. Nodo del contendere l’emendamento al collegato, firmato dall’assessore Righini (che ha la delega anche ai parchi) che riguarda appunto l’istituzione del sistema di gestione Alta Tuscia Natura. Un unico organismo, con nuovo consiglio direttivo e nomina di un nuovo presidente, verosimilmente espressione del centrodestra.
Sulla costituzione dell’ente Alta Tuscia natura è caos in Regione
Questo emendamento era già stato bocciato in commissione, anche con i voti contrari di Forza Italia. Ciononostante è stato ripresentato in aula, con il Pd e con il consigliere Panunzi che hanno iniziato a fare ostruzionismo attraverso l’arma degli ordini del giorno, presentati a decine con l’obiettivo di rallentare l’approvazione di questo documento e quindi l’inizio della discussione sul collegato al bilancio. La tattica dell’opposizione sta costringendo i numerosi assessori-consiglieri a presidiare l’aula della Pisana per garantire il numero legale al centrodestra, altrimenti appeso ai voti non molto certi di Forza Italia, tuttora in fibrillazione per ottenere il terzo assessore. L’insofferenza di questi assessori si è saldata all’impuntatura di Sabatini nel far votare l’emendamento per la costituzione dell’Alta Tuscia Natura.
Il detonatore che ha innescato il processo a Sabatini
La bomba, nella seduta di giovedì, è esplosa nel momento in cui il consigliere dem, Daniele Leodori, e la caporuppo di Italia Viva, Marietta Tidei, hanno detto di essere disposti a rimuovere gli ostacoli che fanno rallentare i lavori d’aula se l’assessore Righini (e di fatto anche FdI, in primis col suo presidente) ritirerà l’emendamento. E’ stato il detonatore che ha innescato il processo a Sabatini nella successiva riunione di gruppo. Chi era presente, a quanto riporta l’agenzia Dire, racconta di pesanti critiche, in alcuni casi sfociati in urla e parole forti (come quelle rivolte nella buvette dall’assessore Maselli a Sabatini). Anche la vicepresidente e assessore Roberta Angelilli, della cui corrente Sabatini fa parte, avrebbe avuto qualcosa da ridire.
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