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Bilancio 2025: 15 miliardi per lavoratori e pensionati, incentivi per la famiglia e nuove pensioni #finsubito prestito immediato


La Legge di Bilancio per il 2025, approvata ieri sera dal Consiglio dei Ministri, si configura come uno dei provvedimenti economici più rilevanti dell’attuale governo guidato da Giorgia Meloni. Con una manovra dal valore di circa 30 miliardi di euro lordi, il governo intende affrontare una serie di sfide strategiche: sostenere i redditi medio-bassi, contrastare il calo demografico, rafforzare il sistema pensionistico e investire nella sanità pubblica. Il tutto, come sottolineato dalla Premier, senza aumentare la pressione fiscale, nonostante le difficoltà di bilancio che caratterizzano il contesto economico attuale.

Obiettivi della manovra: famiglie e redditi al centro

Uno dei pilastri della Legge di Bilancio 2025 è il sostegno ai redditi medio-bassi, con particolare attenzione a lavoratori dipendenti e pensionati. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha deciso di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi fino a 35.000 euro per almeno i prossimi cinque anni. Questa misura, unita alla riduzione delle aliquote IRPEF da quattro a tre scaglioni, rappresenta un intervento significativo che costerà 15 miliardi di euro, quasi la metà del valore complessivo della manovra.

Il taglio del cuneo fiscale, già introdotto negli anni precedenti, viene dunque stabilizzato come misura permanente, riducendo ulteriormente il carico fiscale sui lavoratori e garantendo un aumento della busta paga netta. Parallelamente, l’accorpamento delle aliquote IRPEF riduce la complessità del sistema tributario, semplificando la tassazione sul reddito e agevolando milioni di contribuenti. Questi interventi, secondo il governo, dovrebbero contribuire a rilanciare i consumi interni e a stimolare l’economia, in un contesto segnato ancora da incertezze globali.

Le risorse necessarie per finanziare questi interventi arriveranno da una serie di tagli e contributi straordinari. In particolare, si prevede una riduzione della spesa dei ministeri per oltre 2 miliardi di euro, equivalente a un taglio medio del 5% sui loro budget. Un altro contributo significativo arriverà da banche e assicurazioni, che saranno chiamate a versare un contributo complessivo di 3,5 miliardi di euro. Inoltre, la revisione delle “tax expenditures” – le agevolazioni fiscali concesse dallo Stato – dovrebbe generare ulteriori risparmi per circa un miliardo di euro. La Premier ha tenuto a sottolineare che queste risorse saranno impiegate senza aumentare le tasse, un punto centrale della strategia del governo.

Sanità: incremento dei fondi e polemiche

Un altro capitolo importante della Legge di Bilancio è dedicato alla sanità pubblica. Il governo ha stanziato un aumento di 2,366 miliardi di euro per il 2024, portando il Fondo sanitario nazionale a livelli record. La Premier ha dichiarato che entro il 2025 il Fondo arriverà a 136,5 miliardi di euro, mentre nel 2026 raggiungerà i 140 miliardi. Questo aumento, tuttavia, non è stato accolto positivamente da tutte le parti. Le associazioni del comparto sanitario, in particolare la Federazione Cimo-Fesmed, hanno giudicato i fondi insufficienti per affrontare le sfide del sistema sanitario.

Secondo i rappresentanti della Federazione, solo una parte di questi fondi sarà effettivamente disponibile nel 2025, mentre il pieno stanziamento sarà rinviato al 2026. La Premier Meloni ha replicato a queste critiche, sostenendo che il governo ha stanziato risorse senza precedenti per la sanità, ma che il problema non è solo l’ammontare dei fondi, bensì il modo in cui vengono spesi. A tal proposito, il governo intende aprire un confronto con le Regioni e con l’Ordine dei Medici per migliorare l’efficienza della spesa sanitaria e ottimizzare l’uso delle risorse. Meloni ha anche ribadito che la sanità è stata una delle priorità del suo governo fin dall’inizio del mandato, sottolineando che negli ultimi tre anni sono stati fatti importanti investimenti nel settore.

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Congedo parentale e carta per i nuovi nati

Un altro aspetto centrale della manovra è il sostegno alle famiglie, con l’introduzione di una serie di misure che mirano a fronteggiare l’inverno demografico e a supportare le coppie con figli. Una delle novità più rilevanti è l’introduzione di una “Carta per i nuovi nati”, che riconosce un contributo di 1.000 euro ai genitori con un Isee fino a 40.000 euro, destinato a coprire le prime spese legate alla nascita di un bambino. Questo strumento rappresenta una delle misure più concrete per favorire la natalità e dare un aiuto immediato alle famiglie in difficoltà economica.

In aggiunta, la manovra amplia il congedo parentale retribuito, portando da due a tre mesi il periodo retribuito all’80%. Questa misura mira a facilitare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare, incoraggiando entrambi i genitori a usufruire del congedo. È prevista anche l’esclusione dell’assegno unico universale dal computo dell’Isee, una modifica che semplifica l’accesso a ulteriori prestazioni sociali e riduce la pressione fiscale sulle famiglie numerose.

Nel quadro delle politiche familiari, il governo ha confermato il rifinanziamento della Carta “Dedicata a te”, un sostegno economico destinato ai nuclei familiari in difficoltà economica, per un totale di 500 milioni di euro nel 2025. Le detrazioni fiscali saranno inoltre modulabili in base al numero dei familiari a carico, con maggiori agevolazioni per le famiglie più numerose.

Pensioni: conferme e novità

Sul fronte delle pensioni, la Legge di Bilancio 2025 conferma le principali misure introdotte negli anni scorsi, come l’Ape sociale, l’Opzione donna e Quota 103, tutte prorogate anche per il 2025. Tuttavia, la manovra introduce anche alcune novità, come l’incentivo fiscale per i lavoratori che scelgono di rimanere al lavoro nonostante abbiano raggiunto l’età pensionabile.

Questa misura mira a promuovere una maggiore permanenza nel mercato del lavoro, valorizzando l’esperienza dei lavoratori più anziani e garantendo allo stesso tempo un alleggerimento della pressione sul sistema pensionistico. Inoltre, la manovra prevede la piena rivalutazione degli assegni pensionistici e l’eliminazione del meccanismo di sterilizzazione che era in vigore fino a quest’anno. Questa decisione garantirà un adeguamento degli assegni alle variazioni del costo della vita, con un impatto positivo sulle pensioni minime.

Investimenti pubblici e incentivi alle imprese

Un altro capitolo significativo della manovra riguarda gli investimenti pubblici e gli incentivi alle imprese. Il governo ha previsto risorse aggiuntive per garantire che, successivamente alla conclusione del PNRR, la spesa per investimenti pubblici rimanga coerente con i requisiti imposti dalla nuova governance europea. Tra gli ambiti prioritari ci sono la difesa e l’innovazione tecnologica, settori considerati strategici per la crescita del paese.

Sul fronte delle imprese, sono stati confermati gli incentivi all’occupazione nel Mezzogiorno, con particolare attenzione all’assunzione di giovani e donne, oltre che il sostegno alle aziende localizzate nelle ZES (Zone Economiche Speciali). Tra le misure fiscali più importanti vi è la proroga della tassazione agevolata al 5% sui premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori, che sarà valida anche per il triennio 2025-2027.

Le critiche e la difesa del governo

Nonostante l’orgoglio manifestato dalla Premier Meloni per la manovra, la legge di bilancio non ha mancato di suscitare critiche da parte dell’opposizione e di alcune categorie professionali. Le polemiche più aspre riguardano, come detto, l’entità dei fondi destinati alla sanità, giudicati insufficienti da molti operatori del settore.

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Tuttavia, Meloni ha difeso la sua strategia, sottolineando che la legge di bilancio 2025 è “seria e di buonsenso” e che tiene conto della necessità di mantenere i conti pubblici in ordine. In definitiva, la Legge di Bilancio 2025 rappresenta un tentativo ambizioso di sostenere la crescita economica e sociale del paese, bilanciando misure di sostegno ai redditi e alle famiglie con la necessità di contenere la spesa pubblica.

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