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Torralba, Visita pastorale: Celebrazione eucaristica di apertura con amministrazione del sacramento della Confermazione. – Arcidiocesi di Sassari #finsubito richiedi mutuo fino 100%


Domenica 13 ottobre, nella parrocchia di San Pietro Apostolo a Torralba, in occasione dell’apertura della Visita pastorale nel piccolo centro del Meilogu, l’arcivescovo Gian Franco ha presieduto la Celebrazione eucaristica con l’amministrazione del sacramento della Confermazione.

Nell’omelia, rivolgendosi direttamente ai cresimandi, l’arcivescovo ha detto:

«La prima cosa che oggi Gesù ci insegna è chiedere che cosa dobbiamo fare. Gesù ci porta questo esempio per insegnarci che abbiamo bisogno di capire sempre meglio. Gesù si pone accanto a noi perché ci vuole far crescere.

Perché, secondo voi, è importante che noi chiediamo a Gesù che cosa dobbiamo fare? Perché ci guida. Perché è una guida speciale? Perché è il Figlio di Dio. È unico.

Voi, cari ragazzi e ragazze, avete tante persone alle quali chiedere che cosa dovete fare: i genitori, i nonni, i parenti, i padrini, le madrine, gli amici, gli insegnanti, il parroco. Quando un ragazzo o una persona anche adulta pone questa domanda: “che cosa devo fare?”, abbiamo di fronte una persona umile. Non si può crescere pensando di sapere tutto, di conoscere tutto. No, ecco, anche agli adulti capita di sentire il bisogno di farsi guidare da Gesù. Tant’è vero che a queste persone Gesù cosa suggerisce? Di seguire i Comandamenti, la legge di Mosè. Lo abbiamo ascoltato anche nel Vangelo di oggi.

E il giovane cosa risponde a Gesù? Che lui l’aveva già fatto da quando era molto piccolo, da quando era ragazzo. Gesù lo guardò, lo amò, lo invitò a seguirlo. C’è una richiesta più grande che fa Gesù a questo giovane. Gli dice che non basta solo osservare, ma occorre amare. Un’osservanza senza l’amore non fa crescere e non rende felici. Il rapporto con Dio è un rapporto di amore. Se non scattasse questo, potrebbe risultare sempre un obbligo: partecipare alla Messa domenicale sarà un obbligo, ascoltare la Parola di Dio sarà un obbligo, fare la Comunione sarà un obbligo, essere buoni con tutti sarà un obbligo. Ma Gesù chiede una relazione di amore. E per questo oggi vi dona un grande dono: lo Spirito Santo.

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Lo Spirito Santo ci è donato per ravvivare in noi l’amore. Lo Spirito Santo è la presenza di Dio in noi, che ci lega e ci relaziona con Gesù. È un grande dono! E quindi se questo dono è vivo ed è presente in noi, dobbiamo essere bravi a tenerlo sempre presente, dobbiamo invocarlo. Questo ci aiuta a crescere con l’aiuto di Gesù.

Poi, nel Vangelo che abbiamo ascoltato, ci sono i più adulti, i discepoli come Pietro che, a un certo punto, dicono: “Ma noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito, che cosa ne abbiamo in cambio?” Questo è un modo di seguire Gesù segnato dal commercio. Gesù ci chiede e chiese loro di entrare nella logica della gratuità.

Siamo in Visita pastorale: parliamo di animare le comunità, parliamo di nuove ministerialità, parliamo di cooperazione, di missione. Senza entrare nella logica di Gesù, nella logica della gratuità, si può servire nella Chiesa secondo voi? No. Ecco, il Sinodo è questo. La conversione pastorale che ci viene chiesta è questa; l’interparrochialità è questa.

Prima abbiamo fatto l’esempio della parrocchia di Cheremule dove, due giorni fa, è andato in pensione il parroco. Secondo voi,è sufficiente dire: “non abbiamo il parroco, non abbiamo un prete, ci pensi il Vescovo”. No, perché il Vescovo non ha un armadio di preti nel quale maturano le vocazioni. Qual è il primo posto dove matura una vocazione, una chiamata? La famiglia, la parrocchia.

La risposta alla domanda: “che cosa devo fare?”, che Gesù ci indica, non è semplicemente il fare materiale, il fare delle cose materiali, ma è come devo spendere la mia vita. Papa Francesco generalmente usa un’immagine che rende l’idea, dice di “non essere cristiani da poltrona” ma una Chiesa in cammino, una Chiesa in uscita, una Chiesa dalle porte aperte.

Ecco, con questo spirito proseguiamo la celebrazione. Mi fa piacere trovare la vivacità della partecipazione, questo bel clima.Desidero ringraziare anche don Luigi Casula oggi qui presente perché, in questi anni, ha servito questa comunità in un momento particolarmente difficile segnato dal covid. Il lavoro che si sta facendo nella forania del Meilogu è quello di lavorare insieme. Èvero che è cessato il suo ruolo di parroco qui, ma collabora con e come gli altri sacerdoti di tutta la Forania. Questa è una bella cosa! È quello che il Signore vuole da noi: cercare di condividere il cammino.

Adesso chiediamo il dono dello Spirito Santo per i nuovi cresimandi, e chiediamo al Signore che lo ravvivi nei nostri cuori».



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