Era lo scorso sette settembre, quando Massimiliano Santopadre, per dodici lunghi anni alla guida della società biancorossa, ha rilasciato le ultime dichiarazioni. Più che un arrivederci un vero e proprio addio. Da quel giorno l’ex presidente ha fatto perdere infatti le proprie tracce: ne una dichiarazione ne un apparizione al Curi, piuttosto l’evidente necessità di staccare totalmente la spina. Ieri, a distanza di un mese, è tornato invece a parlare di Perugia e del Perugia, in un’intervista alla radio web Tuttomercato: “Sono partito tra mille diffidenze, poi l’entusiasmo grazie ai successi è cresciuto, ma quando si vince si creano anche le gelosie e le difficoltà sono cresciute sempre più fino ad arrivare ad una contestazione feroce che mi ha portato alla decisione di dire addio”.
Alla base della decisione di vendere la società, secondo quanto asserito dall’ex n.1 di Pian di Massiano, non ci sarebbero state dunque problematiche economiche, ma un clima generale ormai ostile alla sua figura: negli ultimi anni rappresentavo il diavolo e per alcune persone era meglio non farsi vedere al mio fianco, ha aggiunto. Quindi un cenno all’attualità, alla nuova era, nell’ultimo decennio molto è cambiato nel mondo del calcio, ci stiamo sempre più spostando verso proprietà straniere che però appaiono poco per ovvi motivi, ma c’è spazio anche per qualche bel ricordo, su tutti la promozione al Curi contro il Frosinone e la conquista dei playoff all’ultima giornata contro il Monza di Berlusconi.
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