Una parte consistente della quota che sarà collocata sarà riservata ai risparmiatori (e ai dipendenti di Poste). Come funziona l’Offerta pubblica digitale
Il governo metterà sul mercato un’altra quota di Poste Italiane come previsto dall’ultimo decreto, con una priorità per il retail. In questi giorni si stanno definendo date e modalità di collocamento sotto il coordinamento del dipartimento dell’Economia guidato da Marcello Sala. Di certo lo Stato rimarrà il primo azionista, mantenendo tra Tesoro e Cassa depositi e prestiti almeno il 50% della società. Il collocamento partirà e si concluderà entro ottobre. Della quota che verrà collocata una parte importante dovrebbe essere riservata ai risparmiatori e all’interno di questa soglia una parte verrebbe destinata ai dipendenti di Poste. Il restante potrà essere prenotato dagli investitori istituzionali. L’offerta dovrebbe chiudersi dieci giorni prima dell’approvazione dei conti dei 9 mesi, prevista il 6 novembre, perché si entra nel periodo di black-out della comunicazione finanziaria di un’azienda prima dell’approvazione dei conti.
L’incasso atteso
L’incasso atteso, parametrato sui valori di mercato attuali, dovrebbe raggiungere i 2,3 miliardi, soldi che si andrebbero ad aggiungere ai 3 miliardi raccolti quest’anno con la cessione di una quota di Eni e del Monte dei Paschi di Siena. Si tratta di risorse che non potranno essere utilizzate a copertura delle misure della manovra, ma andranno direttamente alla riduzione del debito. L’obiettivo delle privatizzazioni indicato dall’esecutivo nel triennio 2024-2026 si aggira intorno ai 20 miliardi di euro, l’1% di Pil. A questi 5,5 miliardi di euro si potrebbe sommare la dismissione di un’altra quota di Mps, annunciata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il Tesoro controlla ancora il 26,7% della banca senese, ma sul mercato dovrebbe finire un altro pacchetto di azioni del 10%.
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