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il private debt, asso per aprire capitale imprese #finsubito prestito immediato


Cipolletta (Aifi), private debt: la “chiave” per far capire alle imprese italiane cosa vuol dire aprire il proprio capitale

Com’è andato il settore del private debt nei primi sei mesi del 2024? I dati di Aifi-Deloitte parlano chiaro: la raccolta totale è in calo, così come gli investimenti. Tutto male dunque? No, parola di Innocenzo Cipolletta: «C’è grande potenziale di sviluppo», dice il presidente di Aifi, l’associazione italiana dei fondi di investimento privati, nel presentare i numeri nella mattinata del 7 ottobre 2024. Secondo Cipolletta infatti il private debt è «uno strumento molto importante, che avvicina le imprese italiane alla condivisione delle proprie decisioni e quindi al mondo dell’equity», annoso punto di debolezza delle nostre imprese, spesso più inclini a rivolgersi al canale bancario; «ma crescere così, usufruendo si prestiti con garanzie reali sottostanti, diventa difficile».

Perché il private debt è meglio del prestito bancario secondo Cipolletta di Aifi

Il prestito in regime di private debt si fa «sulla scorta di un progetto, di una analisi e magari anche sulla base di una modifica dell’organizzazione di quell’impresa, funzionale al raggiungimento degli obiettivi». Nella sua disamina Cipolletta si riferisce alle circa 300.000 imprese “vere” che abbiamo in Italia, «quelle con più di 10 addetti». Aggiunge che «meno di 500 sono quotate; 2200 sono partecipate dal private equity; 800 fanno ricorso al private debt».

Il livello di apertura del proprio capitale è «ancora molto basso». Al contempo ciò vuol dire che «c’è molto spazio per far diventare le nostre imprese più consistenti e più resilienti». Questa è la funzione del private debt e del private capital in generale. Per quanto riguarda il primo semestre 2024, emerge dalla rilevazione che il mercato del private debt risente ancora della perturbazione finanziaria legata ai tassi, «alla loro repentina ascesa e al loro recente calo», prosegue il presidente.

Nei soggetti erogatori c’è stata la consueta predominanza del settore pubblico. Cipolletta si auspica che in futuro si allarghi la platea degli investitori, soprattutto fondi pensione, banche, assicurazioni. Al momento «ostano motivi di ordine regolamentare e anche di scarsa conoscenza del mercato e di natura fiscale».

Com’è andata la raccolta del private debt in Italia nel primo semestre 2024?

Raccolta totale in calo. Nei primi sei mesi di quest’anno la raccolta totale (di mercato e vincolata) si è attestata a 442 milioni di euro, in calo dell’11% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (495 milioni). Il settore pubblico e i fondi di fondi istituzionali (62%) sono stati la prima fonte della raccolta di mercato. Seguono assicurazioni (15%) e banche (9%). Guardando alla provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato il 78% della raccolta.

Investimenti in calo. Nella prima parte dell’anno sono stati investiti 1,051 miliardi di euro (-27%) rispettoai 1.448 milioni del primo semestre del 2023. Il numero di società finanziate è però aumentato (le imprese sono passate da 46 a 60; +28%). Sempre nelle parole di Cipolletta nel presentare i dati Aifi-Deloitte, «oltre metà dell’ammontare investito in private debt è stato destinato a progetti di crescita interna ed esterna nelle imprese, soprattutto pmi».

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Gli italiani vincono nel numero di operazioni (il 77% è di soggetti domestici). Il 65% dell’ammontare è invece afferibile a operatori internazionali. In che modo sono stati prestati i servizi di private debt? Il 73% delle operazioni sono stati finanziamenti, il 27% sottoscrizioni di obbligazioni.

Buy out e investimenti in sviluppo in calo. Il 40% dell’ammontare investito ha finanziato operazioni di buy out (acquisto della propria azienda da parte del management: 321 milioni di euro, -58% rispetto al primo semestre 2023). Di contro, le operazioni aventi come obiettivo lo sviluppo delle imprese hanno attratto 409 milioni (-19%). Il restante 9% è stato usato per il rifinanziamento del debito.

Geografia e tipi di attività delle imprese obiettivo del private debt nel 2024

A livello geografico, la prima regione destinataria delle operazioni di private debt resta la Lombardia, con il 37% del numero di operazioni. Seguono Lazio con il 18% e l’Emilia Romagna. Quali le attività delle aziende target? Al primo posto (25%) il settore dei beni e servizi industriali; poi, energia e ambiente (19%). Il 67% degli investimenti ha riguardato imprese con meno di 250 addetti.

Private debt, confronto con l’Europa

L’analisi è stata condotta grazie a uno strumento implementato da Deloitte UK, in grado di monitorare 82 fondi di alternative lending attivi in tutta Europa, di cui 31 hanno concluso più di 10 operazioni negli ultimi 12 mesi. Per quanto riguarda l’andamento del mercato europeo è «complicato fare previsioni in questo momento, sia per il 2025 che per la stessa conclusione del 2024 a causa dell’incertezza geopolitica ed economica», afferma Andrea Azzolini, director debt advisory Deloitte.

In Europa l’alternative lending si pone in piena competizione con il canale bancario. È una pratica sempre più comune nelle operazioni di media taglia (15-50 milioni di euro di ebitda). In Italia invece si riscontrano mix fra prestiti alternativi e da banche nella stessa operazione (70-80% AL e 20-30% di prestiti bancari): sono meno costosi e danno accesso a benefici accessori. A livello internazionale inoltre il ticket medio sta aumentando sempre più. Un’altra novità è l’emergere della logica di clubbing, ovvero due o più fondi si mettono insieme per finanziare un’operazione. I mercati finali prediletti a livello europeo sono le infrastrutture di business, tecnologia, media e telecomunicazioni, servizi finanziari, servizi sanitari.

Cipolletta (Aifi), private debt: la “chiave” per far capire alle imprese italiane cosa vuol dire aprire il proprio capitale

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