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Bassano Romano – Ente condannato dalla cassazione a pagare l’imposta relativa all’anno 2013


Il comune di Bassano Romano

Il comune di Bassano Romano

Bassano Romano – (sil.co.) – Nessuna esenzione da “pascolo”, a distanza di undici anni l’università agraria di Bassano Romano deve versare al comune l’Imu relativa al 2013.

Lo ha deciso la corte di cassazione che ha bocciato il ricorso dell’università agraria contro la sentenza con cui, il 28 ottobre 2022, la commissione tributaria regionale del Lazio ha rigettato l’appello nei confronti del comune, confermando la sentenza di primo grado che aveva respinto il ricorso avverso l’avviso di accertamento del 20 dicembre 2017, avente ad oggetto l’Imu relativa all’anno 2013.

L’università agraria è stata condannata alla rifusione delle spese giudiziali in favore del comune di Bassano Romano, nella misura di 200 euro per esborsi e 3.500 euro per compensi, oltre a rimborso forfettario nella misura del 15% sui compensi e ad altri accessori di legge, dando atto “della sussistenza dei presupposti processuali per il versamento, a carico della parte ricorrente, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello previsto per il ricorso principale, a norma del comma 1-bis dello stesso art.13, se dovuto”.

Secondo l’università agraria la sentenza impugnata avrebbe violato il piano territoriale paesaggistico della Regione Lazio in quanto non aveva tenuto conto della perizia di un geometra di parte secondo il quale il terreno era stato da sempre utilizzato per esclusive finalità istituzionali dell’ente, essendo adibito a pascolo di bovini ed equini, né tantomeno aveva considerato la documentazione fotografica del terreno.

Per la difesa, in particolare, la commissione tributaria regionale, al pari della commissione tributaria provinciale di Viterbo, erroneamente non aveva considerato che risultava in atti la prova che i terreni in questione era stati utilizzati, sempre e senza alcuna interruzione, per esclusive finalità istituzionali dell’ente, “essendo i terreni adibiti a pascolo di bovini ed equini ove esercitavano diritto di uso civico gli utenti dell’università agraria che ne facevano annualmente richiesta”.

Nelle motivazioni dell’ordinanza con cui l’appello viene giudicato infondato, pubblicate il 26 agosto, i giudici della suprema corte ricordano come la commissione tributaria regionale ha rilevato che “è da escludere completamente l’esenzione Imu, in quanto non può certo considerarsi a destinazione di esclusivo pascolo esercitato, come diritto di uso civico, dagli utenti dell’università, né è stato provato alcunché sulla qualifica di detti particolari utenti, sul possesso o meno della prevista stabilità della loro residenza nel comune o anche sui corrispettivi dovuti per l’esercizio degli usi consentiti’”.

“Non coglie nel segno la contestazione secondo cui l’ente locale avrebbe erroneamente qualificato il terreno quale ‘area fabbricabile’ – viene inoltre sottolineato – sebbene lo stesso non aveva tali caratteristiche e rientrava indiscutibilmente all’interno delle cosiddette ‘aree agricole’”.

“L’esenzione – ricordano quindi gli ermellini – è subordinata alla compresenza di un requisito oggettivo, rappresentato dallo svolgimento esclusivo nell’immobile di una delle attività individuate dal legislatore e di un requisito soggettivo, costituito dallo svolgimento di una di tali attività da parte di un ente pubblico o privato che non abbia come oggetto esclusivo o principale l’esercizio di attività commerciali. Come per ogni ipotesi di esenzione, trattandosi di eccezione rispetto alla regola generale del pagamento dell’imposta, la sussistenza dei presupposti applicativi dell’esenzione in parola deve essere dimostrata dalla parte privata“.

“In tema di imposta comunale sugli immobili Ici – viene infine sottolineato – l’esenzione prevista è subordinata allo svolgimento esclusivo nell’immobile di attività di religione o di culto o di altre attività elencate (…) laddove, come nel caso di specie, l’interessato non può assolvere all’onere della prova facendo esclusivamente riferimento a documenti (…) deve, invece, dimostrare che l’attività concretamente svolta rientra tra quelle esentate e non è svolta con le modalità di un’attività commerciale”.

7 ottobre, 2024



 

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