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In un intervento accorato, Massimo Scura, ex commissario alla sanità della Regione Calabria, ha deciso di prendere parola in risposta alle recenti affermazioni del direttore del quotidiano Libero, Pietro Senaldi, espresse durante la trasmissione “In Onda” su La7 il 27 agosto. Senaldi, nel suo intervento a difesa del disegno di legge sull’autonomia differenziata, ha descritto la sanità calabrese con toni particolarmente critici, suscitando la replica di Scura, che ha contestato puntualmente alcune delle dichiarazioni rilasciate.

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Secondo Scura, Senaldi ha commesso un errore e ha riportato due menzogne:

  1. L’errore riguarda il presunto pagamento di 380 milioni di euro dalla Calabria alla Lombardia per le prestazioni sanitarie ricevute dai calabresi. Scura chiarisce che il saldo passivo della Calabria verso il resto d’Italia si aggira intorno ai 300 milioni di euro, non 380, e non è limitato alla sola Lombardia.
  2. La prima menzogna riguarda l’affermazione secondo cui in Calabria ci sarebbero 27 ospedali, ma “nessuno funzionerebbe”. Scura ha definito questa affermazione falsa, sostenendo che vi sono strutture ospedaliere, sia pubbliche che private, che funzionano molto bene. Ha inoltre evidenziato il settore della cardiologia come uno dei fiori all’occhiello della sanità calabrese. L’ex commissario ha colto l’occasione per ricordare che, durante la pandemia, la Lombardia ha avuto un numero di decessi da Covid più elevato rispetto alla Calabria, suggerendo una riflessione sul tema della gestione della sanità nelle diverse regioni italiane.
  3. La seconda menzogna di Senaldi riguarda la presunta inattività del reparto di cardiochirurgia di Reggio Calabria, che, secondo il direttore, sarebbe stato “impacchettato” per anni a causa della mancanza di un primario disposto a lavorare in Calabria. Scura ha definito questa affermazione non solo falsa, ma anche offensiva verso tutti coloro che hanno lavorato duramente per avviare e far funzionare il reparto. Ha spiegato che il reparto ha iniziato a operare nel dicembre 2016 sotto la guida del primario Pasquale Fratto, un calabrese tornato nella sua terra d’origine, grazie alla collaborazione con l’ospedale Niguarda di Milano. Da allora, il reparto ha salvato circa 350 pazienti all’anno con risultati eccezionali.

Scura non ha mancato di sottolineare l’insulto che tali affermazioni rappresentano per tutti i professionisti che hanno contribuito a far funzionare il reparto e per lo stesso dottor Fratto, impegnato nel dare un contributo significativo alla sanità calabrese.

Infine, con una nota polemica, Scura ha corretto anche un errore grammaticale di Senaldi, invitandolo a rivedere le sue dichiarazioni anche dal punto di vista linguistico.

Questo intervento da parte di Scura non solo difende la sanità calabrese, ma mette anche in luce i risultati positivi ottenuti grazie agli sforzi congiunti di professionisti locali e nazionali. Rimane comunque aperta la questione della riforma del sistema sanitario calabrese, un tema che merita ulteriori approfondimenti in futuro.

 

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