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diRoberta Merlin

Venezia, Padova e Verona: le città degli atenei sono anche le più gettonate dai visitatori. Sudenti ma anche docenti costretti a spostarsi in periferia: «Ma anche qui si spende attorno ai 450 euro al mese»

Fino a qualche anno fa, nelle città universitarie venete il business degli affitti era legato alla presenza degli studenti che arrivavano dalla provincia, o da fuori regione, per frequentare i grandi atenei, in particolare a Padova, Venezia e Verona. Da qualche anno, invece, sono sempre meno i proprietari di immobili in locazione che decidono di affittare camere, o interi appartamenti, agli universitari, optando più volentieri per i tanto discussi affitti turistici di breve durata. Di conseguenza, per uno studente fuori sede, rimasto fuori per mancanza di disponibilità o per reddito dalle residenti pubbliche destinate agli universitari, trovare casa è diventato, un po’ in tutto il Veneto, una vera odissea

Tutti a Mestre

«Abbiamo liste di attesa lunghe anche più di un anno – spiega Ambra Lunari dell’agenzia Rio Alto immobiliare di Venezia – molti gli studenti che cercavano casa nel 2023 non l’hanno ancora trovata. Chi studia nella città lagunare è costretto a dirottare la ricerca di un posto letto nella periferia di Mestre per riuscire a trovarlo. Il centro è infatti ormai saturo di affitti turistici, arduo scovare anche un solo un monolocale da affittare agli studenti. L’alternativa per le famiglie è diventato acquistare un immobile con la prospettiva di metterlo a rendita, una volta concluso gli studi, proprio con gli affitti turistici». 




















































Tre atenei: la fotografia di tre città

Stessa situazione anche a Verona, dove in media affittare una stanza in periferia (secondo l’ultima indagine di Immobiliare.it) costa 407 euro ( 417 a Venezia e 442 a Padova). «Il boom turistico che ha avuto la città negli ultimi anni ha fatto esplodere l’affitto breve, diventato, ormai, una moda – spiega Andrea l’agenzia immobiliare Verona Centrale -. Gli studenti universitari ma anche gli stessi docenti che cercano casa in città, non la trovano e sono, dunque, costretti a spostarsi in periferia, nelle zone della stazione o dell’area fieristica, con prezzi comunque che si aggirano intorno ai 450 euro per stanza, cifre che, fino a qualche anno fa, riferibili alla locazione di un monolocale in centro». A Padova gli studenti in cerca di casa, da un paio d’anni, sono costretti a collocarsi non solo in periferia della città, ma addirittura in provincia, dove, anche lì, però, data la vicinanza dei Colli Euganei, zona di crescente attrazione turistica, sta, anche se pur lentamente, esplodendo il fenomeno degli affitti brevi. «Più di mille studenti, anche con l’inizio del nuovo anno accademico, si trovano ad affrontare il problema della casa – spiega Domenico Amico del sindacato studentesco degli universitari (Udu) di Padova – i nuovi posti letto annunciati riguardano infatti strutture in costruzione, l’emergenza per quest’anno non è stata dunque risolta. Affittare una stanza costa ormai dai 350 ai 550 euro al mese anche in provincia dove la domanda inizia ad essere alta. Gli studenti di medicina accettano di vivere anche a 30-40 chilometri di distanza dalla città pur di non perdere l’opportunità, con costi e disagi enormi». 

Nuove residenze: pubbliche e private

Nel frattempo, pubblico e privato si stanno muovendo per realizzare nuove residenze. Sono 15 milioni i finanziamenti per la residenzialità studentesca assegnati lo scorso anno dal ministero dell’Università al Veneto. A portare a casa i contributi a Padova sono stati Esu, Università e Fondazione Casa Onlus per la realizzazione di 239 posti letto in più.
Nel dettaglio agli enti pubblici va il 90% del finanziamento: Esu riceverà 4,5 milioni per la ristrutturazione dell’attuale collegio Missioni Africane dei Padri Comboniani, dove saranno realizzati 109 nuovi posti alloggi; il Bo userà 9,2 milioni per il restauro della residenza universitaria Meneghetti, in via Sant’Eufemia, sbloccando così 109 posti letto in più che saranno gestiti poi dall’Esu. A Venezia, a realizzare due nuovi studentati ci penseranno i privati: a Marghera, vicino alla stazione, sono stati infatti acquistati di recente due vecchi edifici che verranno riqualificati realizzando studentati rispettivamente da 50 e 70 posti letto. A Verona invece, un edificio di proprietà della Croce Verde, in Borgo Trieste, non più usato, sarà destinato a stanze per 120 studenti. Un altro complesso è a Veronetta, il quartiere dell’ateneo, è una parte dell’ex caserma Passalacqua, di proprietà del Comune, nell’ambito del Piano urbanistico-attuativo dove dovrebbe sorgere una residenza universitaria da 66 posti letto.

3 settembre 2024

 

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