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Regolamentare l’uso del suolo per l’installazione di impianti eolici e altre fonti di energia rinnovabile. E’ questo lo scopo della proposta di legge presentata nei giorni scorsi alla segreteria regionale del Consiglio regionale dal consigliere regionale del Partito Democratico, Ernesto Alecci.

La proposta, si intitola infatti “Disposizioni urgenti in materia di tutela dell’ambiente e del paesaggio e individuazione delle aree inidonee all’installazione di impianti da fonti rinnovabili”.

 

Nella relazione che accompagna la proposta di legge, Alecci critica duramente i “modelli di sviluppo basati sulla proliferazione indiscriminata di impianti eolici di grandi dimensioni”, sottolineando come questi impianti consumino vaste aree di suolo, alterando irrimediabilmente i paesaggi e gli ecosistemi locali. Gli aerogeneratori, con altezze che variano tra i 150 e i 250 metri, rappresentano una minaccia significativa per l’equilibrio ecologico e visivo dei territori, compromettendo anche l’economia agraria delle zone coinvolte.

 

Alecci evidenzia inoltre come la Calabria abbia già sostenuto ampiamente la realizzazione di impianti eolici, superando di gran lunga le necessità energetiche interne. L’obiettivo della proposta di legge è quindi quello di “fermare l’assalto devastante e irreparabile” che minaccia il territorio regionale a causa dell’eccessiva diffusione di impianti da fonti rinnovabili.

Secondo quanto emerge dalla relazione, la Calabria è una regione che contribuisce in modo significativo alla produzione di energia elettrica in Italia, con una forte componente di energia termoelettrica, ma anche con un crescente contributo da fonti rinnovabili, soprattutto eoliche. La regione produce più energia di quanta ne consuma, fornendo un surplus che aiuta a soddisfare la domanda nazionale.

 

I dati: la Calabria produre più energia di quanta ne consumi

Secondo i dati di Terna, nel 2022, la Calabria ha raggiunto una potenza efficiente lorda di circa 6.284,6 MW, che rappresenta il 5,1% della capacità complessiva del sistema elettrico italiano (120.057,82 MW). La potenza installata nella regione proviene sia da fonti rinnovabili (2.729,1 MW) sia da fonti termoelettriche (3.752,3 MW), con una netta prevalenza di queste ultime (circa il 58,8%).

 

Nel 2020, la Calabria ha prodotto 16.597,5 GWh di energia elettrica, che corrisponde al 5,7% della produzione lorda nazionale (260.196,0 GWh). Questo dato indica che la regione è un contributore significativo alla produzione elettrica del paese.

La Calabria ha un’ampia dotazione di impianti eolici, con 628 aerogeneratori che producono una potenza di 1.147 MW. Questo sottolinea il ruolo importante dell’energia eolica nella regione.

 

La Calabria produce più energia elettrica di quanta ne consumi. Nel 2021, la regione ha registrato un surplus di 9.000,8 GWh, rispetto ai 6.227,7 GWh richiesti. Questo surplus è stato generato principalmente dalle centrali termoelettriche a gas, che hanno prodotto 11.369,8 GWh, e viene utilizzato per soddisfare la domanda di energia nel resto d’Italia.

 

L’energia eolica ha visto una forte crescita in Calabria, contribuendo significativamente alla produzione di energia da fonti rinnovabili (2,2 TWh nel 2021). Dal 2005, la regione ha installato numerosi impianti di grande dimensione, rafforzando la sua capacità di produzione da fonti rinnovabili.

 

La proposta di legge in quattro articoli

La legge proposta si articola in quattro articoli principali. Il primo articolo prevede la sospensione temporanea delle nuove installazioni e dei progetti di impianti rinnovabili non ancora autorizzati, in attesa dell’individuazione amministrativa delle aree idonee e non idonee per tali installazioni.

Questa misura è in linea con quanto stabilito dal Decreto Ministeriale del 10 settembre 2010 e dalla Legge 22 aprile 2021, n. 53, che obbligano le regioni a identificare queste aree entro sei mesi, rispettando la tutela del patrimonio culturale, del paesaggio e delle aree agricole e forestali.

Il secondo articolo si concentra sulla prevenzione dell’elusione delle normative ambientali e paesaggistiche attraverso la frammentazione artificiosa dei progetti. Viene specificato che, per evitare aggiramenti, un singolo progetto deve essere considerato in riferimento anche ad altri progetti della stessa categoria localizzati nello stesso contesto territoriale.

Se il cumulo di tali progetti supera la soglia dimensionale prevista dalla legge, l’ambito territoriale da considerare viene definito da una fascia di un chilometro di raggio. Questa distanza viene aumentata a due chilometri nelle aree contigue a zone naturali protette.

La proposta di Alecci rappresenta un tentativo deciso di regolamentare l’espansione degli impianti da fonti rinnovabili in Calabria, proteggendo al contempo l’ambiente, il paesaggio e l’economia locale dalle conseguenze negative di uno sviluppo indiscriminato.

 



 

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