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Il reato di abuso d’ufficio è stato di recente abrogato dal decreto Nordio. Ma nel processo con rito ordinario sui presunti affidi illeciti di minori pende ancora l’accusa verso cinque persone. Secondo la ricostruzione della Procura, avrebbero omesso tra il 2014 e il 2018 di affidare attraverso bandi regolari il servizio di psicoterapia sui minori e così i professionisti del centro di Torino ‘Hansel e Gretel’, fondato da Claudio Foti, sarebbero stati favoriti. Da questa contestazione Claudio Foti, difeso dall’avvocato Luca Bauccio, è stato assolto in via definitiva dalla Cassazione, nel processo con rito abbreviato, così come dalle accuse di lesioni e frode processuale. In primo grado Foti era stato condannato a quattro anni; poi l’Appello lo aveva assolto. La Procura generale di Bologna era ricorsa in Cassazione, a anche la difesa aveva impugnato la sola assoluzione di Foti dall’abuso d’ufficio, puntando a dimostrare che il fatto non sussisteva, diversamente dalla specifica formula emessa per lui (“Non ha commesso il fatto”). I giudici di terzo grado hanno dichiarato inammissibile sia il ricorso della Procura generale, sia quello della difesa. Se in Appello i giudici avevano scritto che il reato di abuso d’ufficio era stato commesso seppur non da Foti, ora, nelle motivazioni della Cassazione si sollevano dubbi sulla tesi accusatoria sui pagamenti delle psicoterapie: “Nel ricorso della Procura non si spiega in che modo il cervellotico sistema di fatturazione possa aver rappresentato un’attività di materiale compartecipazione all’attività amministrativa ritenuta illegittima – dicono i giudici di terzo grado – essendo ovviamente la stessa successiva al primo conferimento degli incarichi e non precedente a essi”. E poi: “Va soprattutto evidenziato che la Corte d’Appello ha escluso il contributo concorsuale dell’imputato Foti sul presupposto che non fosse stata dimostrata la realizzazione di comportamenti diretti a istigare il pubblico ufficiale o ad accordarsi con lui, non essendo sufficiente la mera richiesta dell’extraneus rivolta verso l’atto illegittimo”. Nei mesi scorsi le difese avevano rimarcato che l’abuso d’ufficio era comunque già prescritto, mentre per il pm Valentina Salvi non era così per il periodo 2017-2018. Sull’accusa di lesioni mossa a Foti – aver causato un disturbo borderline a una 17enne attraverso le sue sedute di psicoterapia – i giudici anno stabilito che non vi è alcuna legge scientifica che stabilisce un possibile nesso causa-effetto, e che comunque quel tipo disagio insorge nei primi anni di vita e lei aveva già problemi conclamati ancor prima di incontrare Foti.

Alessandra Codeluppi

 

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