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L’Agcm chiude il procedimento avviato nei confronti di Banca Sella, Intesa Sanpaolo e Unicredit, accogliendo gli impegni dei tre istituti di credito. Tutti i dettagli

 

Accolti gli impegni e procedimento chiuso nei confronti di Banca Sella, Intesa Sanpaolo e Unicredit per presunte pratiche commerciali scorrette.

E’ quello che ha deciso nei giorni scorsi l’Autorità garante della concorrenza e del mercato.

I tre procedimenti riguardavano le modalità di attuazione di alcune misure governative per far fronte all’emergenza sanitaria da Covid 19, previste dal Decreto Cura Italia del marzo 2020 e dal Decreto Liquidità dell’aprile 2020 a sostegno dei consumatori e delle piccole imprese.

Ecco tutti i dettagli.

L’AVVIO DELL’ISTRUTTORIA SU BANCA SELLA E NON SOLO

In seguito a segnalazioni di consumatori arrivate fra aprile e giugno 2020, l’authority di Piazza Verdi aveva avviato quattro istruttorie nei confronti di Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Sella e della società finanziaria Findomestic “per problematiche emerse sia sull’assenza di informazioni sulla tempistica per avere accesso alle varie misure di sostegno dettate in favore di microimprese e consumatori” sia “di chiare indicazioni sugli oneri derivanti dalla sospensione del rimborso dei finanziamenti concessi alle imprese, in termini di aumento degli interessi complessivi rispetto al totale originariamente dovuto quale effetto dell’allungamento dei piani di ammortamento”.

In aggiunta l’Antitrust aveva intrapreso attività di moral suasion nei confronti di altre 12 banche e finanziarie (Bnl, Banco Bpm, Ubi Banca, Crédit Agricole, Credem, Montepaschi, Banco Popolare di Sondrio, Creval, Bcc Pisa, Agos Ducato, Compass e Fiditalia), perché aveva riscontrato le stesse carenze informative sulla tempistica di risposta e sulle effettive condizioni economiche di accesso alla sospensione dei rimborsi dei finanziamenti.

A Banca Sella, Intesa Sanpaolo e Unicredit, veniva contestato di non aver reso pubblici i tempi di risposta, neanche stimati o di massima, alle richieste di sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti, previste dal Decreto Cura Italia, e alle domande di finanziamento garantito dallo Stato fino a 30.000 euro, disposto dal Decreto Liquidità. Secondo l’Agcm, però, l’indicazione dei tempi è fondamentale per far decidere i consumatori e le piccole imprese ad utilizzare le misure di supporto. Inoltre, per la domanda dei finanziamenti garantiti fino a 30.000 euro, conoscere il tempo di risposta influisce direttamente anche sulla scelta della banca cui rivolgersi.

Inoltre, gli istituti di credito non chiarivano adeguatamente le condizioni economiche della sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti: non si spiegava che in questo modo sarebbero maturati interessi aggiuntivi rispetto all’originario piano di ammortamento, con il rischio che i destinatari della misura richiedessero l’applicazione della moratoria credendo – erroneamente – che non ci fossero altri esborsi di denaro.

Oggetto dei procedimenti erano anche, nei confronti delle piccole imprese interessate al finanziamento fino a 30.000 euro previsto dal Decreto Liquidità, le possibili politiche di ostacolo all’accesso alla misura: ad esempio venivano richiesti particolari requisiti, come la titolarità di un conto corrente presso la stessa banca o in generale di essere già cliente, oppure non fornendo risposta alle richieste di finanziamento o non motivando il rigetto delle domande.

GLI IMPEGNI PRESI DA BANCA SELLA, UNICREDIT E INTESA SANPAOLO

Banca Sella, Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno dunque presentato all’Antitrust una serie di impegni per risolvere le preoccupazioni oggetto di istruttoria cominciando con il pubblicare sui propri siti web la tempistica massima o media per l’evasione delle richieste di moratoria delle rate e le risposte per la concessione del finanziamento garantito. Gli istituti hanno inoltre avvertito i consumatori della maturazione di nuovi interessi derivanti dalla moratoria, anche fornendo un esempio numerico, e hanno individuato e pubblicato sui siti web i criteri utilizzati per la valutazione delle domande di erogazione dei finanziamenti garantiti, concessi ora anche ai non clienti o ai non titolari di conti correnti. Oltre a ciò le banche ora indicano la motivazione del rigetto della richiesta nelle eventuali lettere di diniego e hanno promesso di riesaminare i rifiuti passati alla luce dei criteri di concessione definiti e resi pubblici.

LE VALUTAZIONI DELL’ANTITRUST

Dopo aver ricevuto anche il parere della Banca d’Italia e dell’Autorità Garante delle Comunicazioni, l’Agcm ha comunicato che gli impegni presentati dagli istituti di credito “siano idonei a porre rimedio alle preoccupazioni di tutela del consumatore oggetto delle istruttorie”, perciò ha stabilito di renderli obbligatori e di chiudere i procedimenti senza accertare alcuna infrazione.

In particolare, si legge sull’ultimo Bollettino settimanale diffuso da Piazza Verdi, “la pubblicazione della tempistica massima di evasione delle richieste con riferimento alle misure governative esaminate e le esemplificazioni relative ai maggiori interessi derivanti dalle sospensioni delle rate del decreto Cura Italia possono garantire un’adeguata tutela nei confronti dei consumatori e delle microimprese, risolvendo le carenze informative”.

Allo stesso tempo, si possono “ritenere superate le criticità rilevate” riguardo ai finanziamenti garantiti fino a 30.000 euro previsti dal decreto Liquidità” perché gli istituti hanno individuato “i criteri utilizzati per la valutazione della domanda di erogazione del finanziamento, pubblicandoli nel proprio sito, in un’ottica di trasparenza e con l’effetto di rendere i potenziali interessati consapevoli, ex ante, circa il possesso o meno dei requisiti richiesti”. Per l’Autorità, “tale impegno di trasparenza è stato integrato con l’evidenziazione, ex post, della motivazione del rigetto e con il riesame dei rifiuti passati alla luce dei citati criteri ora definiti”.

GLI ULTIMI DATI BANKITALIA SU ACCESSO A SOSPENSIONE RATE MUTUI E FINANZIAMENTI

Secondo gli ultimi dati forniti dalla Banca d’Italia, riportati anche nel Bollettino mensile dell’Abi, al 26 febbraio scorso erano giunti quasi 1,3 milioni di richieste di sospensione di finanziamenti da parte di pmi per 153 miliardi di prestiti e oltre 200.000 richieste di sospensione delle rate dei mutui prima casa per un importo medio di circa 94.000 euro. Inoltre, al 9 marzo le richieste di finanziamenti garantiti fino a 30.000 euro erano più di 1,1 milioni, per un importo finanziato totale di circa 21,5 miliardi.

 

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