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Le banche negano i finanziamenti a chi è iscritto nella Centrale rischi: interviene la Commissione d’inchiesta per ribadire il diritto di accesso al credito.

Proseguono le difficoltà per le imprese, i lavoratori autonomi e i professionisti che tentano di ottenere i prestiti previsti dal decreto Liquidità varato lo scorso 6 aprile. Nonostante sia già disponibile dall’inizio di questa settimana il modulo di domanda per i finanziamenti fino a 25mila euro, assistiti da garanzia statale al 100%, si registrano numerosi ostacoli per arrivare alle erogazioni.

Ora sul tema interviene la presidente della Commissione d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, Carla Ruocco, che aveva già istituito una

casella di posta elettronica per segnalare le banche inadempienti alle richieste di sospensione dei mutui previste dal decreto Cura Italia e dove in molti casi i richiedenti avevano subito analoghe difficoltà.

La presidente ha sottolineato che: “La Commissione banche sta facendo un’attività di monitoraggio sull’operatività del settore bancario che sta veicolando la massa di liquidità derivante dai provvedimenti economici del Governo di contrasto all’emergenza Covid-19. E stiamo, ahimè, riscontrando che ci sono molti atteggiamenti poco corretti da parte delle banche“.

“Le segnalazioni che riceviamo da cittadini e imprese”, spiega in una nota diffusa dall’agenzia stampa Adnkronos, “sono tante: riguardano in primo luogo la difficoltà di accesso al finanziamento da parte di aziende sane. Aziende che magari si sono trovate in un momento di difficoltà e non hanno potuto pagare i loro fornitori. Che gli si blocchi il credito proprio ora è assurdo. Vanno assolutamente aiutate, e proprio perché sono in difficoltà in un momento del genere, in una situazione che non ha precedenti, hanno bisogno di ripartire”.

Ma la presidente non si ferma qui e arriva alla “seconda questione che abbiamo posto, in base anche alle numerosissime segnalazioni ricevute dalla Commissione, e che riguarda l’iscrizione al Crif “. Secondo Carla Ruocco, “non è pensabile che essere iscritti sul registro della Centrale rischi impedisca l’accesso al credito. Le banche devono capire che esiste un ‘prima Coronavirus’ e un ‘dopo Coronavirus’. E il Crif fa parte di quello che è successo prima, i problemi sono arrivati per tutti”.

Per questo – prosegue Ruocco – “non è pensabile e neanche plausibile che il Governo indirizzi un finanziamento ad un’azienda in difficoltà e la banca lo blocchi. Non oso immaginare cosa vorrebbe dire applicare questo diniego, ad esempio, a settori come quello del turismo che in questo momento è completamente fermo. Migliaia e migliaia di lavoratori bloccati”.

Da qui l’esortazione: “Si fermino subito le segnalazioni alla Centrale rischi e le rate dei mutui che sono state erroneamente prelevate sui conti correnti vengano riaccreditate al più presto”, conclude Ruocco. Sull’argomento leggi anche cancellazione dalla Centrale rischi (Crif) e debito non pagato: cancellazione Crif.

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