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  • Come persone fisiche, anche le società hanno una vita costellata da fasi, ascendenti e discendenti. Dunque, non sono esenti da crisi.
  • La crisi di impresa può essere superata con molteplici modalità, da un lato, le più drastiche, come fallimento o procedure concorsuali, dall’altro, quando è possibile, con iniezioni di liquidità.
  • I soci possono finanziare la società in vario modo, ovvero con finanziamento, prestito, oppure con aumento di capitale.

Nel corso del tempo, una società può vivere delle fasi alterne. La crisi di impresa non è un’evenienza così rara, ma non necessariamente conduce alla morte del soggetto in questione. Sono molti i sistemi tramite i quali è possibile superare la crisi, senza ricorrere alla procedure concorsuali che decretano la definitiva morte dell’impresa.

Per tale ragione, non bisogna demoralizzarsi davanti alle prime difficoltà e cercare di ricorrere a tecniche che possano consentirti di superare la crisi celermente e in modo soddisfacente. La crisi di impresa si manifesta con una prima carenza di liquidità che rende difficoltoso adempiere agli oneri a cui l’impresa è tenuta, quindi pagamento dei fornitori e degli altri creditori.

In tale evenienza, ti consigliamo di ricorrere a forme di finanziamento dei soci. Nel seguente articolo ti spiegheremo di cosa si tratta, facendo anche le dovute differenze tra autofinanziamento e finanziamento diretto, oppure finanziamento mediante intervento di istituti di credito e bancari.

Il legislatore, infatti, mette a disposizione molti istituti che possono essere impiegati in un attento programma di rivalutazione dell’impresa, al fine di superare i momenti di difficoltà. Di seguito ti spiegheremo solo alcuni degli istituti a tua disposizione, come prestiti, aumento di capitale e il sistema delle garanzie a cui ricorrere nel caso in cui un istituto bancario non voglia concedere un credito.

Come avviene il finanziamento di una società da parte dei soci

Le società possono essere immaginate come persone. Invero, esse sono persone, cioè persone giuridiche, ossia soggetti che l’ordinamento riconosce titolari di diritti e posizioni giuridiche al pari delle persone fisiche.

Proprio come le persone fisiche, anche le società vivono momenti floridi e momenti molto difficili. Nei momenti difficili, i primi referenti sono i soci, cioè coloro che hanno creato questa realtà giuridica, proprio come dei genitori con il proprio figlio, sono responsabili dell’andamento dell’attività economica.

In tali momenti, l’ordinamento ha individuato molteplici istituti a cui ricorrere senza che sia necessario accedere a soggetti terzi.  I soci possono, allora, intervenire nei momenti più difficili della vita di una società fornendo un supporto fondamentale, che si esplica con diverse modalità.

In particolare, i soci possono finanziare la società mediante:

  1. un prestito, cioè tramite un finanziamento tradizionale, con un contratto di mutuo canonico;
  2. un aumento di capitale, che è una procedura complessa tramite la quale si attribuiscono dei conferimenti alla società, che vengono inglobati senza necessaria modifica dei patti sociali. 

Per approfondire l’argomento leggi anche: Azione revocatoria fallimentare: termini e conseguenze 

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Prestito e intervento dei soci

Il finanziamento ai soci può realizzarsi secondo due modalità principali, ossia mediante un finanziamento diretto oppure tramite intercessione con la banca. Quest’ultima eventualità si può concretizzare secondo due modalità, ossia:

  1. prestando delle garanzie;
  2. oppure tramite semplici informazioni che consentano alla banca di formulare un più corretto giudizio sullo stato economico della società.

A seconda del meccanismo che si adotta, verranno in rilievo diversi istituti, che saranno poi applicati al caso concreto con diverse implicazioni. Vediamo di seguito quali.

Ti consigliamo anche di leggere: Associazioni non riconosciute: che differenza c’è con le associazioni riconosciute

Finanziamento diretto dei soci

Il finanziamento diretto dei soci è uno strumento molto utile nei momenti di crisi e rappresenta anche il modo per ottenere risultati in tempi brevi. Tuttavia, non è sempre possibile ottenere un finanziamento da parte dei soci in tempi rapidi e senza che sia espressamente consentito.

Inoltre, per procedere al finanziamento dei soci, devono ricorrere due condizioni:

  1. il socio deve detenere almeno il 2% del capitale;
  2. il socio deve essere iscritto come tale al Registro Imprese da almeno tre mesi.

La disciplina del finanziamento diretto dei soci è soggetta a regole molto ferree anche dal punto di vista della regolamentazione e dei limiti. Infatti, tale meccanismo si presta anche a possibili rischi di riciclaggio, dunque è necessario attenersi in maniera pedissequa alle regole per evitare di incorrere in procedimenti penali e sanzioni amministrative.

L’attività di finanziamento soci deve essere espressamente prevista da una clausola inserita nello Statuto sociale. Le clausole devono dire pressappoco che:

La società potrà acquisire dai soci versamenti in conto capitale e/o finanziamenti, a titolo oneroso o gratuito, con o senza obbligo di rimborso, nel rispetto delle normative vigenti, con particolare riferimento a quelle che regolano la raccolta di risparmio tra il pubblico. Salvo diversa determinazione i versamenti ed i finanziamenti effettuati dai soci in favore della società devono considerarsi infruttiferi. È attribuita alla competenza dell’assemblea dei soci l’emissione dei titoli di debito di cui all’articolo 2483 c.c.

Mediante previsione statutaria, non sarà necessario procedere ad una formale delibera assembleare per chiedere il finanziamento soci. Potrebbe anche accadere che la società adotti una delibera, ma in questo caso è una sorta di invito al finanziamento. 

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Finanziamento soci infruttifero

Il finanziamento soci può essere fruttifero e infruttifero. Il finanziamento infruttifero è un semplice prestito gratuito, cioè senza interessi, quindi la somma prestata verrà restituita senza maggiorazioni. 

Il finanziamento infruttifero dei soci deve essere previsto dallo statuto, come abbiamo indicato poc’anzi. Il socio che procede al prestito deve aver assunto la carica da almeno 3 mesi e risultare iscritto al Registro delle Imprese

È preferibile che il prestito sia reso con un contratto avente forma scritta. Come puoi immaginare, questo, infatti, è lo strumento più semplice per ottenere tutela, cioè se dovessero sorgere problemi, allora, in questo caso si avrà un documento che provi l’esistenza del diritto di credito.

In caso di finanziamento infruttifero, realizzato con una scrittura privata, deve essere versata un’imposta di registro proporzionale al 3%.

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Finanziamento soci fruttifero

Il finanziamento soci può anche essere fruttifero, cioè quando il socio versa una somma di denaro, ma richiede la restituzione della somma con gli interessi.

Come nel caso precedente, è necessario che sia concluso il contratto mediante una scrittura privata, quindi, con un documento scritto che possa costituire una prova dell’avvenuto finanziamento.

In questo caso, però, vengono pattuiti degli interessi corrispettivi, cioè interessi che servono a remunerare il godimento del denaro.

A proposito di interessi, leggi anche il seguente articolo: Calcolo interessi legali e moratori: percentuale, aumento e rivalutazione

Finanziamento soci e regole sulla restituzione

Il legislatore, da un lato, la Corte di Cassazione dall’altro, hanno previsto una serie di regole che devono essere rispettate. Tali regole sono ispirate al principio per cui è necessario “a tutti i costi” salvare la società dal fallimento. Quindi, si deroga ad alcune disposizioni espressamente previste dalla legge per i contratti di mutuo ordinario, affinché sia possibile aiutare imprese e creditori di imprese.

In particolare, si ricorda che:

  1. il rimborso dei finanziamenti dei soci è postergato rispetto al soddisfacimento degli altri creditori sociali;
  2. la somma rimborsata va restituita alla società, qualora il rimborso sia avvenuto nell’anno precedente la dichiarazione di fallimento della società stessa.

Queste norme sono espressamente previste per tutte le forme di finanziamento soci erogate alle società. In particolare, operano:

  • se, in considerazione del tipo di attività esercitata dalla società, risulti un eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto;
  • in una situazione finanziaria della società in cui sarebbe stato ragionevole un conferimento.

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Aumento di capitale

L’aumento di capitale è altro strumento mediante il quale si possono finanziare le società per superare i momenti di crisi. Spesso, questa sorta di auto-finanziamento soci diventa una soluzione ideale per le imprese e le società per ottenere celermente liquidità.

A prescindere dalle ragioni per cui si procede all’aumento di capitale, è necessario in primo luogo procedere ad una modifica dell’atto costitutivo, tramite un atto straordinario. Quindi, serve una delibera dell’assemblea dei soci e successivamente l’iscrizione nel Registro delle imprese

Le modalità previste dal Codice civile per l’aumento di capitale sono diverse a seconda che questo modifichi o meno il patrimonio dell’azienda, e sono:

  1. aumento a pagamento (reale): vengono apportati nuovi conferimenti, di conseguenza aumenta anche il patrimonio sociale;
  2. aumento a titolo gratuito: sono utilizzate “riserve” (disponibili) già presenti nel patrimonio della società che vengono destinate al capitale sociale.

Modalità aumento di capitale

L’aumento di capitale viene realizzato sempre con le stesse modalità ricorrenti. Nelle società per azioni, l’aumento può avere luogo con:

  • l’emissione di nuovi titoli azionari;
  • l’aumento del valore nominale delle azioni già esistenti.

Nelle S.r.l. la disciplina cambia un po’ ed è possibile procedere ad aumento di capitale:

  • attraverso l’emissione di quote nuove;
  • accrescendo il valore delle quote esistenti.

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Condizioni aumento di capitale

Il finanziamento soci mediante aumento di capitale è ammesso solo a determinate condizioni. In particolare, è necessario procedere prima a:

  • liberazione delle azioni precedentemente emesse, in modo da evitare un accumulo di capitale che alla fine non sarebbe reale. Quindi, il socio deve completare i conferimenti che dovevano essere in origine compiuti;
  • assenza di perdite pari o superiori ad un terzo del capitale; prima di procedere all’aumento di capitale è necessario, in primo luogo, procedere ad una riduzione, se vi sono delle perdite. Con riduzione si intende una modifica del capitale sociale, che consente anche l’opposizione da parte dei soci.

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Finanziamento da parte di soggetti terzi

Il finanziamento può anche essere reso da un soggetto terzo. In questo caso, in genere, è una banca che provvede ad erogare il finanziamento ad una società.

I soci possono prestare delle garanzie in vario modo, ovvero:

  • costituendo una fideiussione, cioè un contratto che costituisce una garanzia personale, definita personale perché il garante garantisce il credito con tutto il proprio patrimonio;
  • tramite lettere di patronage forte, delle forme di garanzia particolari nelle quali il socio si obbliga a prestare una garanzia o ad effettuare un versamento nei confronti della banca per garantire l’adempimento, nelle forme del negozio, con effetti favorevoli nei confronti di un un unico soggetto.

Il socio può anche fornire semplicemente delle informazioni con cui si induce la società creditizia ad erogare il credito: si parla allora di lettere di patronage deboli, perché il socio o la società controllante danno unicamente informazioni, in un certo senso intercedendo per la società che ha bisogno di liquidità.

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Finanziamento soci – Domande frequenti

Perché ricorrere al finanziamento dei soci?

È possibile ricorrere al finanziamento dei soci a fronte di crisi di liquidità e di impresa, per ottenere in tempi celeri la liquidità necessaria al fine di adempiere agli obblighi nascenti dall’attività imprenditoriale.

In cosa consiste il finanziamento dei soci?

Il finanziamento dei soci può consistere sia in finanziamenti canonici, come il prestito, sia in forme di auto-finanziamento, come l’aumento di capitale.

Che cos’è l’aumento di capitale?

L’aumento di capitale è una tecnica tramite la quale si procede ad aumentare il capitale sociale, per esempio tramite emissione di nuove azioni.

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