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Piccoli comuni al centro delle nuove comunità energetiche rinnovabili. I municipi fino a 5.000 abitanti beneficeranno di contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento per realizzare nuovi impianti (o potenziare quelli esistenti) volti alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Tutto questo grazie alle risorse Pnrr che stanziano 2,2 miliardi di euro per arruolare i mini-enti nel perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione da conseguire entro il 2030. La potenza massima agevolabile sarà pari a 2 Gigawatt fino al 30 giugno 2026, ossia l’orizzonte temporale del Recovery Plan. Il contributo a fondo perduto potrà essere cumulato con la tariffa incentivante entro limiti definiti.

Il via libera della Commissione europea sul decreto del ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è arrivato dopo una lunga interlocuzione con Bruxelles che ha escluso che la normativa italiana fosse incompatibile con il regime di aiuti di stato Ue. L’ok di Bruxelles sarebbe dovuto arrivare entro 60 giorni dalla pre-notifica del provvedimento trasmesso a febbraio. Ma solo il 28 luglio la Commissione ha formulato al governo italiano una formale approfondita richiesta di informazioni che sono state riscontrate in un incontro con i tecnici di Bruxelles lo scorso 15 settembre (si veda ItaliaOggi del 22 settembre) nel corso del quale è stato fugato ogni dubbio residuo circa la piena compatibilità degli incentivi alle comunità energetiche con la disciplina in materia di aiuti di Stato. “Per la sua unicità, il provvedimento italiano”, ha spiegato il ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto che prevede la nascita nei prossimi anni di 15-20 mila nuove Cer, “ha richiesto una forte attenzione della Commissione Europea, che ha pienamente validato il modello italiano: oggi questo rappresenta dunque un apripista per altre esperienze in Europa”.

Il decreto italiano

Il decreto italiano è incentrato su due misure: una tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa e un contributo a fondo perduto. Del contributo a fondo perduto, beneficeranno i piccoli comuni, mentre dell’incentivo in tariffa potranno beneficiare tutte le Cer che, oltre che dagli enti locali, potranno essere costituite da semplici cittadini, associazioni, condomini, enti del terzo settore, cooperative, enti religiosi, piccole e medie imprese. L’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili potrà essere riconosciuta anche a sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e a sistemi di autoconsumo individuali di energia rinnovabile a distanza che utilizzano la rete elettrica di distribuzione. Per l’incentivo in tariffa la potenza finanziabile sarà pari a cinque Gigawatt complessivi, con un limite temporale a fine 2027.I contributi dovranno essere riconosciuti entro il 31 dicembre 2025, mentre l’entrata in esercizio dovrà avvenire entro diciotto mesi dalla data di ammissione al contributo e comunque non oltre il 30/6/2026.

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