[…scade infatti il 31 dicembre p.v. il termine per la fruizione del credito d’imposta Mezzogiorno; dal 1° gennaio sarà la volta del credito ZES, ma a condizioni meno vantaggiose…]
C’è dunque tempo fino al 31 dicembre 2023 per poter fruire del credito d’imposta Mezzogiorno – di cui alla Legge 208/2015 – che, ricordiamo, è rivolto a tutte le imprese [quindi anche alle farmacie] che acquistano beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Nella gran parte dei casi – naturalmente per quel che in particolare riguarda le farmacie – il credito in argomento è pari al 45% dell’investimento effettuato [chiariremo meglio tra un momento quando l’investimento si considera effettuato] ed è spendibile – previa presentazione di apposita istanza telematica – direttamente in compensazione con qualunque tributo/contributo nel Mod. F24.
Per poter quindi considerare effettuato un investimento deve essere sempre tenuta in considerazione la regola generale della competenza di cui all’art 109 del D.P.R. 917/1986, ai sensi del quale, giova ricordarlo:
– per l’acquisto a titolo definitivo – quindi in proprietà o a titolo di altro diritto reale – di beni mobili [ad es. casse automatiche, distributore automatico, robot, ecc.] rileva la data di consegna o spedizione oppure, se successiva, la data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo appunto della proprietà o di altro diritto reale;
– per i beni acquisiti, invece, con contratti di leasing rileva il momento in cui il bene viene consegnato all’utilizzatore [o la data del collaudo con esito positivo, se previsto].
Ora, in luogo del credito Mezzogiorno dal 1° gennaio 2024 troverà tuttavia spazio la ZES (Zona Economica Speciale) UNICA PER IL MEZZOGIORNO, istituita infatti con il recente D.L. 124/2023, che prevede la possibilità di beneficiare di un credito d’imposta fino al 60% per PMI [cui appartiene la quasi totalità delle farmacie] delle spese sostenute per gli investimenti effettuati nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.
Nel dettaglio, sono agevolabili gli investimenti – facenti parte di un progetto di investimento iniziale – relativi sia all’acquisto, anche mediante contratti di locazione finanziaria, di macchinari, impianti e attrezzature varie destinati a strutture produttive già esistenti [o che vengono impiantate nel territorio], sia all’acquisto di terreni e sia anche all’acquisizione, alla realizzazione o all’ampliamento di immobili strumentali agli investimenti.
NB: Il valore dei terreni e degli immobili non può superare il 50% del valore complessivo dell’investimento agevolato.
Il credito d’imposta è ovviamente commisurato alla quota del costo complessivo dei beni acquistati [o in caso di investimenti immobiliari, realizzati] dal 1° gennaio 2024 al 15 novembre 2024.
Senonché, attenzione, ed è proprio qui la penalizzazione più rilevante per tutte o quasi le farmacie, NON sono agevolabili i progetti di investimento di importo inferiore a 200.000 euro.
Sempre il decreto ZES all’art. 11 prevede inoltre un piano strategico triennale che in coerenza con il PNRR individui anche in modo differenziato per le regioni che ne fanno parte a) i settori da promuovere e quelli da rafforzare; b) gli investimenti e gli interventi prioritari per lo sviluppo della ZES unica; c) e le modalità di attuazione.
Il cammino naturalmente è ancora lungo e non è dato sapere pienamente, a oggi, se e come il settore farmacie rientrerà nel decreto ZES, diventando quindi inevitabile dover attendere il 30 dicembre p.v. [o giù di lì] – data in cui verrà emanato apposito decreto attuativo – affinché il tutto cominci a delinearsi.
Dovendo, anzi potendo – sia pure soltanto fino al 31 dicembre – aspirare ancora, come detto all’inizio, al credito d’imposta Mezzogiorno, può rivelarsi preferibile in molte circostanze scegliere appunto il certo [che è proprio il credito d’imposta Mezzogiorno nei suoi ultimi giorni di vita] piuttosto che l’incerto [ovviamente il credito ZES, per la non sicurissima sua applicabilità alle farmacie].
Perciò, in sintesi e per concludere, laddove aveste in serbo in queste ore l’idea di procedere a investimenti in beni strumentali dal costo non superiore a 200.000 euro [pensiamo alla vending machine, all’etichettatrice, alla cassa automatica, ecc…], forse – ma, chissà, senza forse… – può valere la pena pensarci, con l’aiuto evidentemente del consulente di riferimento, in tempi brevissimi e quindi non proprio alle ore 24.00 del giorno di San Silvestro…
(marco righini)
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