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La legge di bilancio 2024 è stata approvata in via definitiva alla Camera con 200 sì. I voti contrari sono stati invece 112 e le astensioni 3. Anticipato così di due giorni il termine ultimo, corrispondente all’ultimo giorno dell’anno, per ottenere il consenso parlamentare ed evitare all’Italia l’esercizio provvisorio.

Nel testo si trovano molteplici misure che spaziano dal taglio delle tasse per i meno abbienti a nuovi meccanismi previdenziali, passando per strumenti di contrasto alla denatalità.

Tutela del potere d’acquisto

Innanzitutto, come ribadito più volte da quasi ogni esponente di governo, la manovra di quest’anno ruota intorno al ridimensionamento dell’impatto delle multicrisi, dal Covid alle guerre, sul potere d’acquisto di cittadini e imprese nella quotidianità. Tanto che dei 24 miliardi che vale il provvedimento ben 10 (pari allo scostamento di bilancio) sono indirizzati a confermare per il 2024 il taglio del cuneo fiscale e contributivo al 7% per le retribuzioni fino a 35mila euro e al 6% per entrate fino a 25 mila. A tale misura si associa, benché fuori dalla legge di bilancio, la nuova Irpef a tre aliquote, prevista per ora solo per il 2024, che trova spazio nella riforma fiscale, approvata nell’utimo Cdm del 2023 del 28 dicembre.

Nondimeno viene incrementato di 600 milioni per il 2024 il Fondo per l’acquisto di beni alimentari di prima necessità, di carburanti e di abbonamenti ai mezzi pubblici, che finanzia la carta «Dedicata a te». Iniziativa a cui plaude anche Confagricoltura come qualsiasi «azione che possa favorire la ripresa dei consumi e stimolare l’acquisto di prodotti dell’eccellenza agricola italiana». Come vengono stanziati 200 milioni per prorogare il bonus bollette per il primo trimestre del 2024. Sulla stessa linea di pensiero, continua la riduzione dell’Iva sui pellet al 10% (dal consueto 22%) anche per i mesi di gennaio e febbraio.

Le misure per evitare che l’inflazione pesi troppo sulle tasche degli italiani non finiscono qui. Arriva, infatti, la conferma della detassazione dei premi di produttività anche per il 2024, per cui l’aliquota si dimezza dal 10% al 5%. E l’esenzione dal computo del reddito imponibile dei fringe benefit (i beni e servizi forniti ad un lavoratore dall’azienda di cui è dipendente come forma di retribuzione non in denaro) fino a mille euro per tutti i lavoratori dipendenti e fino a 2mila per i dipendenti con figli a carico. E ancora, viene ridotto da 90 a 70 euro il canone di abbonamento alla televisione pubblica Rai in bolletta solo per il 2024. Ed è previsto un bonus animali domestici per i cittadini e le cittadine over 65 con Isee fino a 16.215 euro.

Per giunta, per non permettere all’inflazione di inficiare il diritto allo studio, la manovra stanzia 3 milioni di euro per il 2024 e 7 milioni di euro per il 2025 per erogare borse di studio per l’Erasmus pari a circa mille euro ciascuna. Da ultimo, non certo per importanza, riconoscendo il ruolo booster del risparmio privato per l’economia italiana ma anche con l’intento di nazionalizzare il debito pubblico record, vengono eliminati dal conteggio dell’Isee i titoli di Stato, fino ad un ammontare massimo di 50mila euro.

Misure sulla casa

Diverse anche le misure inserite in manovra in tema casa, ancora il bene rifugio per eccellenza per gli italiani. In tema di tassazione, si registra l’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi fino a 30 giorni dal 21 al 26%, ma solo in caso di più appartamenti per periodo d’imposta. Sarà il contribuente a scegliere l’immobile su cui si applica l’aliquota più bassa. Se poi, si precisa nel dl Bilancio, le unità concesse in locazione breve sono più di quattro l’attività si intende svolta in forma imprenditoriale e, quindi, nessuna cedolare secca può essere applicata. Nel pacchetto sugli affitti brevi rientra anche l’introduzione di un codice identificativo nazionale previsto per combattere l’evasione, inserito nel Decreto Anticipi durante l’iter di conversione in legge.

Viene introdotta, inoltre, in manovra la tassazione delle plusvalenze per chi vende casa entro 10 anni dalla fine dei lavori realizzati con il Superbonus, ad eccezione però dell’abitazione principale. E l’imposta sugli immobili detenuti all’estero sale dallo 0,76% all’1,06%. Similmente l’imposta sui prodotti finanziari, sui conti correnti e sui libretti di risparmio detenuti all’estero raddoppia dal 2 al 4 per mille annuo. Tornando alla casa, In materia di Imu, poi, si aggiunge una terza rata di conguaglio con scadenza 29 febbraio per i Comuni in ritardo con la presentazione delle delibere.

La legge di bilancio interviene poi sulla disciplina del Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa, non solo prorogando al 31 dicembre 2024 (dal 31 dicembre 2023) e assegnandovi altri 282 milioni per l’anno che sta per iniziare, ma soprattutto estendendo la possibilità di usufruire della garanzia massima dell’80% sulla quota capitale dei mutui anche alle famiglie numerose, con tre figli minori di 21 anni, con Isee inferiore ai 40 mila euro. Più tutela al crescere dl numero dei figli: con quattro figli l’Isee non deve essere superiore ai 45mila euro per accedere al Fondo, con cinque o più figli con Isee non oltre i 50mila euro. Anche la garanzia sarà crescente in base al numero dei figli: dell’80% della quota capitale per i nuclei con tre figli, dell’85% per quelli con quattro figli e del 90% per quelli con cinque o più figli.

Misure contro la denatalità

Proprio per tutelare i nuclei più numerosi e anzi per contrastare l’inverno demografico italiano, incentivando la scelta di fare più figli, la manovra inserisce diversi articoli. Se, infatti, viene raddoppiata (dal 5 al 10%) l’Iva sul latte per bambini, pannolini (e assorbenti) e quasi quintuplicata (dal 5 al 22%) sui seggiolini auto, si introduce il bonus mamme ossia, per i periodi di paga dal primo gennaio 2024 al 31 dicembre 2026, le lavoratrici con un contratto a tempo indeterminato e con due o più figli saranno esonerate al 100% dal pagamento dei contributi. Il beneficio può raggiungere massimo i 3 mila euro all’anno e perdura fino al raggiungimento del decimo anno del secondo figlio o del diciottesimo anno del terzo figlio.

Allo stesso tempo, viene confermato il congedo parentale all’80% del salario ma si aggiunge un’ulteriore mensilità con il riconoscimento dell’80% della retribuzione per il 2024 per poi passare al 60% dal 2025. Inoltre, viene potenziato il Fondo asili nido e per forme di supporto domiciliare per bambini aventi meno di tre anni di età e affetti da gravi patologie croniche, a favore di famiglie con figlie o figli nati nel 2024 in cui era già presente un bambino o una bambina fino a 10 anni e che presentano un Isee fino a 40mila euro. Nello specifico, si legge nel Dl Bilancio, «la misura dell’incremento (che è definita in forma di elevamento a 2.100 euro annui di un precedente incremento) è pari a 600 euro annui per i nuclei familiari con un valore di Isee non superiore a 25.000 euro e a 1.100 euro annui per i nuclei familiari con un valore di Isee superiore a 25.000 euro e pari o inferiore a 40.000 euro, con una conseguente misura complessiva del buono pari a 3.600 euro annui».

Le misure per le imprese

Le imprese italiane sono altrettanto protagoniste della manovra 2024. Difatti sono autorizzati stanziamenti di 190 milioni per il 2024, 310 milioni per il 2025 e di 100 milioni per il 2026-30, per il finanziamento dei contratti di sviluppo, relativi ai programmi di sviluppo industriale. Viene prorogata per il 2024, con altri 100 milioni di euro, la nuova Sabatini, a sostegno degli investimenti in beni strumentali da parte di micro, piccole e medie imprese.

E infine la dotazione del Fondo per la crescita sostenibile è incrementata di 110 milioni per il 2024 e di 220 milioni per il 2025. La dimensione green dei sistema produttivo italiano, soprattutto in ottica futura, è particolarmente centrale tanto che Sace viene autorizzata a rilasciare, a condizioni di mercato, fino al 31 dicembre 2029, garanzie «Archimede» connesse a investimenti nei settori delle infrastrutture, anche a carattere sociale, dei servizi pubblici locali, dell’industria e ai processi di transizione verso un’economia pulita e circolare e la mobilità sostenibile, l’adattamento ai cambiamenti climatici la sostenibilità e la resilienza ambientale e l’innovazione industriale, tecnologica e digitale delle imprese. Il limite massimo degli impegni che Sace può assumere nell’anno 2024 è fissato in 10 miliardi di euro.

La manovra dispone che, sempre per il 2024, le risorse disponibili al 31 dicembre 2023 sul conto corrente di tesoreria relativo al Fondo Green New Deal siano destinate alla copertura delle garanzie da Sace, per un impegno massimo assumibile pari a 3 miliardi di euro.

Sempre in tema di transizione ecologica, è disposto un credito di imposta del 10% a favore delle imprese attive nel settore delle materie plastiche che abbiano investito nel 2020 per l’adeguamento tecnologico finalizzato alla produzione di manufatti compostabili. E nello stesso articolo si proroga al primo luglio 2024 la plastic tax sui prodotti in plastica con singolo impiego, come anche l’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, la cosiddetta sugar tax. Ugualmente richiamando la tutela della salute, la manovra rivede in rialzo anche l’imposizione su sigarette e tabacco, come d’altronde accade quasi ogni anno.

Il Sud e la lotta alla violenza di genere

Sulla scia anche degli impegni presi con il Pnrr per colmare il gap tra Sud e Nord d’Italia, il governo Meloni ha disposto la creazione di una Zes unica che comprenda tutti il Meridione Italiano, con l’apposito decreto Sud. Ma con la manovra viene modificare la disposizione di copertura del credito d’imposta per investimenti nella Zes unica, specificando che il tetto di spesa autorizzato a favore delle imprese delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia sfiora i 2 miliardi di euro per il 2024 (1,8 miliardi) ed eliminando il riferimento alle risorse europee e nazionali della politica di coesione quali fonti di copertura.

Forse non è un caso che proprio grazie al ricorso a 2,3 miliardi di risorse prese dal Fondo di Coesione e sviluppo Ue, è stato possibile un alleggerimento del peso della Ponte sullo Stretto di Messina per le finanze pubbliche, passato da 11,6 miliardi a 9,3 miliardi. In particolare: 718 milioni arrivano dalla quota destinata alle amministrazioni centrali mentre 1,6 miliardi dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia.

Assumono invece dimensione nazionale i nuovi stanziamenti inseriti in manovra per il contrasto alla violenza di genere. Nel dettaglio, è previsto un finanziamento permanente, pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026 e a 6 milioni annui a decorrere dal 2027, in favore del cosiddetto reddito di libertà per le donne vittime di violenza. Se per i centri di riabilitazione per il recupero degli uomini autori di violenza di genere le risorse a disposizione sono incrementate di 4 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026, per i centri contro violenza nei confronti delle donne l’aumento è di 5 milioni di euro per lo stesso orizzonte temporale a cui si aggiunge la creazione di un Fondo per la creazione di case rifugio per donne vittime di violenza, con una dotazione di 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024-2026. Nondimeno viene riconosciuto uno sgravio contributivo totale in favore dei datori di lavoro privati, che, nel triennio 2024-2026, assumono donne disoccupate vittime di violenza, beneficiarie del reddito di libertà. Tale sgravio è riconosciuto nel limite massimo di importo di 8mila euro annui e per la durata di 24 mesi, se l’assunzione è a tempo indeterminato, di 12 mesi, se è a termine, e di 18 mesi, se il relativo contratto è trasformato da tempo determinato a tempo indeterminato.

Ancora più di ampio raggio, la misura del Dl Bilancio che aumenta per il triennio 2022-24, di 3 miliardi di euro di euro per il 2024 e di 5 miliardi di euro annui dal 2025 gli oneri a carico del bilancio dello Stato per la contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego e per i miglioramenti economici per il personale statale in regime di diritto pubblico partendo dalla sanità.

Pensioni e assicurazioni

La manovra non tralascia neanche il settore assicurativo e previdenziale. Sono introdotte innanzitutto nuove modalità di accesso alle pensioni. Si arriva a Quota 103 con penalizzazioni: pensione a 63 anni d’età e 41 di contributi con calcolo dell’assegno secondo il sistema contributivo. Vengono confermate poi Opzione Donna e Ape Sociale, ma con una revisione al rialzo del requisito anagrafico che sale, rispettivamente a 61 anni (da 60) e a 63 anni e 5 mesi (da 63).

È introdotta in via sperimentale, con riferimento ai soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 (e rientranti, quindi, nel sistema di calcolo contributivo integrale), la possibilità di riscattare, in tutto o in parte, con domanda da presentare entro il 31 dicembre 2025, nella misura massima di cinque anni, anche non continuativi, i periodi, precedenti la data del 1° gennaio 202436 , non coperti da contribuzione presso forme di previdenza obbligatoria né soggetti ad alcun obbligo contributivo. Con gli emendamenti, sono stati inseriti correttivi per salvaguardare le pensioni di vecchiaia di medici, dipendenti di enti locali, maestri e ufficiali giudiziari e per prevedere un taglio meno pesante in caso di pensioni anticipate in ambito sanitario.

Quanto al mondo assicurativo, viene istituito l’obbligo per le imprese con sede legale o stabile organizzazione in Italia, di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, contratti assicurativi a copertura dei danni a terreni e fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali direttamente causati da eventi catastrofali quali i sismi, le alluvioni, le frane, le inondazioni e le esondazioni. L’inadempimento di tale obbligo (o rinnovo) pregiudica all’impresa l’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche oltre che le fa rischiare una multa tra i 100mila e i 500mila euro.

Un’altra novità per le assicurazioni: viene istituito il Fondo di garanzia dei rami Vita, per salvaguardare, risanare e liquidare le imprese assicurative. A cui sono tenute ad aderire le imprese di assicurazione italiane autorizzate ad esercitare l’attività in uno o più dei rami vita e gli iscritti al Registro unico degli intermediari assicurativi (RUI), quando l’importo dei premi annui, raccolti o intermediati, nei rami vita è pari o superiore a 50 milioni di euro; e le succursali di imprese di assicurazione extracomunitarie autorizzate ad esercitare l’attività in uno o più dei rami vita in Italia, salvo che partecipino a un sistema di garanzia assicurativo estero equivalente.

Da ultimo nel Dl Bilancio è stata confermata la soppressione dell’esenzione accordata sin dal 1973 agli intermediari assicurativi, dispensati dal versare la ritenuta di acconto sulle provvigioni versate della compagnia mandante come corrispettivo delle prestazioni rese nella distribuzione dei prodotti assicurativi. Così il governo prevede un introito di 583 milioni nel 2024 e in 778 milioni nei tre anni successivi. La ritenuta d’acconto per gli agenti di assicurazione è però fortemente criticata dall’Associazione Nazionale degli Agenti di Assicurazione Professionisti di Assicurazione (Anapa) che crede «causerà problemi agli intermediari senza far emergere alcuna evasione fiscale, ossia non portando neanche un euro nelle casse dello stato mentre arrecherà un grave danno alla categoria degli agenti ed intermediari assicurativi» sottolinea il presidente Anapa, Vincenzo Cirasola a MF-Milano Finanza. Perché la misura si fonda «su un’inverosimile ipotesi di evasione fiscale, che emergerebbe proprio grazie al provvedimento».

Le misure sul turismo

Ammontano invece a 260 milioni di euro i rifinanziamenti per il turismo per il triennio 2024-26 presenti in manovra.

C’è la detassazione del lavoro notturno e del lavoro straordinario nei giorni festivi per i dipendenti di strutture turistico-alberghiere al fine di garantire la stabilità occupazionale e di sopperire alla mancanza di offerta di lavoro nel settore turistico, ricettivo e termale. La misura, riferita al primo semestre del 2024, consiste in un trattamento integrativo speciale pari al 15% delle retribuzioni lorde corrisposte in relazione al lavoro notturno e alle prestazioni di lavoro straordinario effettuato nei giorni festivi.

Il valore minimo della spesa da effettuare per poter beneficiare del Tax free shopping si dimezza da 154,95 euro a 70 euro, al fine di sostenere la ripresa della filiera del turismo nazionale e potenziare il rilancio a livello internazionale dell’attrattività turistica italiana.

Viene istituito il Fondo per il finanziamento di iniziative collegate al turismo accessibile per persone con disabilità, con una dotazione pari a 552 milioni di euro per l’anno 2024 ed a 231 milioni di euro annui a decorrere dal 2025. Come viene rifinanziato il fondo per il rilancio e la promozione turistica dei cammini religiosi, di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. Nondimeno 110 milioni vanno a rimpinguare le casse del Fondo per gli impianti di risalita e 135 milioni verso il Fondo unico nazionale per il turismo.

Una disposizione riguarda infine il Giubileo 2025: viene istituito un fondo, con una dotazione pari a 75 milioni di euro nell’anno 2024, 305 milioni di euro nell’anno 2025 e 8 milioni di euro nell’anno 2026 per la pianificazione e la realizzazione delle opere e degli interventi funzionali all’evento.

Tutte le suddette misure «prese, in un momento storico come questo, testimoniano l’attenzione di un esecutivo che mette il turismo al centro dell’agenda politica per la prima volta nella storia della nostra Nazione» ha commentato l’approvazione definitiva della manovra 2024 la ministra del Turismo, Daniela Santanchè.(riproduzione riservata)




Orario di pubblicazione: 28/12/2023 18:50
Ultimo aggiornamento: 29/12/2023 19:56

 

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