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Scopriamo come funziona il bonus mutuo e chi lo può richiedere nel corso del 2024. Come funziona questa importante agevolazione.

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di Pierpaolo Molinengo – 20 Marzo 2024


Per il 2024 è possibile ottenere un bonus del valore massimo di 760 euro per quanti debbano rimborsare un mutuo, ovvero un prestito ipotecario. Possono ottenere questo importo i diretti interessati nel momento in cui stiano sostenendo i costi relativi ad un mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale. Ossia la casa nella quale si dimora e si vive quotidianamente.

Anche se viene comunemente detto bonus mutuo, sostanzialmente la misura risulta essere legata alle detrazioni fiscali. La normativa attualmente in vigore prevede infatti una serie di detrazioni sulle spese di mutuo e sugli interessi sui mutui ipotecari, che sono stati sottoscritti per acquistare l’abitazione principale.

Ma vediamo in breve quando è possibile ottenere questa agevolazione e quali condizioni spetta.

Bonus mutuo: le condizioni

Quali sono le condizioni necessarie per poter ricevere il cosiddetto bonus mutuo? La misura, che è costituita da un rimborso Irpef del valore di 760 euro, prevede una condizione necessaria. Il finanziamento ipotecario deve essere stato sottoscritto non più di dodici mesi prima dell’acquisto dell’immobile che viene posto a garanzia. Questo significa, in altre parole, che è possibile acquistare l’immobile e stipulare il contratto di mutuo entro dodici mesi. O, al contrario, è possibile decidere di optare per la sottoscrizione del muto ed acquistare l’immobile entro i successivi dodici mesi.

Altra condizione necessaria per poter accedere al bonus mutuo è che l’acquirente decida di destinare l’immobile acquistato ad abitazione principale per se stesso e per la famiglia entro dodici mesi dalla compravendita. Nel caso in cui questa operazione non venga effettuata, l’agevolazione non viene riconosciuta. È bene sottolineare che è possibile portare in detrazione gli interessi passivi del mutuo nel caso in cui l’abitazione abbia continuato a rimanere la residenza di qualche familiare.

Obbligo di pagamenti tracciabili

Da notare comunque che, dall’anno d’imposta 2020, la detrazione per le spese per interessi passivi di mutuo spetta a patto che il pagamento delle rate del mutuo avvenga con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento “tracciabili”.

A tal proposito sono ritenute idonee a soddisfare i requisiti di tracciabilità le ricevute quietanzate rilasciate dal soggetto che ha erogato il mutuo (banche, poste o altri istituti di credito) relative alle rate di mutuo pagate e la certificazione annuale concernente gli interessi passivi pagati.

Questi documenti vanno quindi conservati insieme alla documentazione concernente la dichiarazione dei redditi.

Cosa sono gli interessi passivi

Una delle voci più importanti che costituiscono il bonus mutuo è quella relativa agli interessi passivi. Ma in cosa consistono? Gli interessi passivi sono il costo che il mutuatario deve pagare alla banca per il semplice fatto che quest’ultima gli ha concesso del denaro. Stiamo parlando, molto semplicemente, del costo che si deve sostenere per utilizzare i soldi che sono stati erogati in prestito.

Il contribuente, ogni anno, ha la possibilità di portare in detrazione la parte di interessi che ha corrisposto nel corso di quell’anno per il pagamento delle rate. La quota di interessi può essere portata in detrazione fino ad un importo massimo pari a 4.000 euro, il che permette di ottenere l’importo massimo di 760 euro.

Detrazione fiscale mutuo prima casa 2024: a chi spetta

Possono portare in detrazione gli interessi passivi dei mutui i contribuenti che risultino essere proprietari dell’immobile. Il suddetto soggetto deve essere inoltre titolare del contratto di mutuo ed essere residente proprio nell’abitazione.

Nel momento in cui si cambia residenza – dopo aver iniziato a fruire della detrazione – questa viene meno in maniera automatica. Ad ogni modo la detrazione continua a spettare nel momento in cui il contribuente dovesse decidere di trasferire la propria dimora per motivi di lavoro. O si debba trasferire in istituti di ricovero o sanitari, purché l’immobile non venga dato in affitto.

Non si perde il diritto ad usufruire del cosiddetto bonus mutuo nemmeno quando si decide di spostare la propria residenza per lasciare l’abitazione ad un familiare – come un figli o il coniuge – che apparteneva al nucleo familiare.

Possono continuare a beneficiare del bonus mutuo anche i genitori separati che non sono più residenti all’interno dell’immobile che la famiglia aveva deciso di adibire ad abitazione principale. Nel caso in cui dovesse venirsi a verificare questa situazione, il beneficiario può continuare a beneficiare delle agevolazioni connesse con il bonus mutuo e può detrarre gli interessi passivi del finanziamento ipotecario, perché nell’abitazione ha mantenuto la residenza qualche familiare.

Conclusioni

La norma prevede che la detrazione fino a 760 euro sugli interessi passivi dei mutui spetti

  • al proprietario dell’immobile,
  • titolare del contratto di mutuo
  • e residente nell’abitazione

e nel caso in cui il beneficiario cambi la residenza dopo aver iniziato a fruire della detrazione, quest’ultima viene automaticamente persa.

Pertanto è bene attenersi alle regole su elencate per non perdere questo diritto che serve ad alleggerire le ingenti spese legate al mutuo.

Per approfondimenti sulle detrazioni per le spese per interessi passivi di mutuo è possibile consultare la guida dell’Agenzia delle Entrate aggiornata alla dichiarazione dei redditi 2023.

  TUTTI GLI SCONTI IN DICHIARAZIONE 2023 – GUIDA AGENZIA DELLE ENTRATE (3,2 MiB, 221 hits)

Altre agevolazioni sui mutui

Seppur si tratti di una delle materie più delicate, viste le difficoltà nel contrarre o sostenere un mutuo, soprattutto per le coppie più giovani, il panorama delle agevolazioni sui mutui è molto limitato.

Fra queste, la più nota negli ultimi anni era certamente il fondo garanzia mutui prima casa. La misura prorogata al 31 dicembre 2024 permette alle giovani coppie, i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, i conduttori di alloggi IACP e i giovani di età inferiore ai 36 anni, in possesso di ISEE non superiore a 40.000 euro annui e richiedenti un mutuo superiore all’80% dell’immobile, ivi compresi gli oneri accessori, di accedere al Fondo garanzia mutui prima casa.

 

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