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Dopo le minacce di dimissioni e la riprogrammazione dei fondi ex art. 20, a lanciare l’allarme sul futuro degli interventi di riqualificazione sismica degli ospedali calabresi si levano le voci delle imprese aggiudicatarie degli appalti. Oltre che al presidente della Regione Calabria, la missiva trasmessa ieri dal Consorzio Valori Scarl è indirizzata anche al presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, e ai due ministeri competenti sul caso: Orazio Schillaci per la Salute e Raffaele Fitto per le Politiche di Coesione e Pnrr.

Il taglio dei fondi alla sanità

Quest’ultimo tra i principali indiziati del taglio e del successivo travaso di fondi dal piano nazionale di ripresa e resilienza che ha portato allo scontro con i presidenti di Regione e in Calabria alle minacce di dimissioni del governatore Occhiuto dal ruolo di commissario ad acta. La vicenda è nota, con il decreto legge varato dal Governo ad inizio marzo (19/2024) si è disposto il definanziamento delle opere incluse nel programma denominato “ospedale sicuro e sostenibile”, in Calabria a rischio sei interventi per un valore complessivo di 56 milioni di euro.

È impasse

A nulla sono serviti i tentativi – andati a vuoto – di abrogare la norma in fase di conversione del decreto in Parlamento, cresce infatti la preoccupazione tra le imprese che lamentano il totale blocco delle procedure amministrative. In particolare, il Consorzio Valori Scarl ha impugnato carta e penna nel tentativo di evidenziare l’impasse in cui è precipitato l’avanzamento delle opere. Le imprese consorziate, aggiudicatarie degli appalti e con in mano i contratti, attendono l’avvio dei lavori.

Interventi sismici a Lamezia e Cosenza

Si tratta dei lavori di riqualificazione sismica del presidio ospedaliero Giovanni Paolo II di Lamezia Terme e di un edificio afferente all’azienda ospedaliera Annunziata di Cosenza, risalente al 1939. I lavori di miglioramento sismico dei presidi ospedalieri «non possono avere inizio» scrive nella nota l’amministratore unico del consorzio dal momento che «il soggetto attuatore non ha convocato questo appaltatore alla consegna dei lavori, nonostante il relativo progetto sia stato approvato e validato, fornendo risposte vaghe ed evasive, sebbene costantemente sollecitati».

La riprogrammazione dei fondi ex art. 20

Insomma, il lungo silenzio che aveva fatto seguito alla decisione di rimodulare i fondi ex art. 20 – vincolati per legge alla realizzazione degli interventi inizialmente finanziati con il Pnrr – viene interrotto dalla terza parte in causa, ovvero gli imprenditori che non potranno procedere alla cantierizzazione delle opere.

«Condotte incomprensibili»

«Siffatte condotte appaiono davvero incomprensibili – incalza l’amministratore unico – soprattutto alla luce delle stringenti esigenze temporali che presidiano sia i lavori del Pnrr, il cui finanziamento è subordinato ad una scadenzata rendicontazione, sia la domanda territoriale di salute, alla quale l’affidamento vorrebbe rispondere.

La paralisi

Il tutto nel territorio calabrese, tristemente noto alle cronache per il degrado in cui versano i presidi sanitari, che costringe i residenti a ricercare cure ed assistenza fuori regione, intraprendendo, sempre di più e frequentemente, quelli che la stampa definisce i viaggi della speranza». La lettera si conclude con un invito ad individuare e risolvere «le cause che paralizzano l’avvio dell’appalto» confidando in un «urgente intervento di tutti gli autorevoli destinatari».

 

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